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Il fisarmonicista Jovica Jovic a “La Tela”

L'artista si esibirà nel locale confiscato alla mafia...

A questo sensazionale fisarmonicista Moni Ovadia e Marco Rovelli hanno dedicato un libro, “La vita meravigliosa di Jovica Jovic”, testo che, oltre a essere un tributo a una vicenda artistica ed esistenziale avventurosa, è una storia europea simbolo del Novecento. Jovica Jovic, che sabato 19 dicembre alle 21.00 si esibirà a “La Tela”, l’osteria del buon essere di Rescaldina (strada Saronnese, 31), è nato il 24 luglio del 1953, vicino a Belgrado. Il padre era caldaista, il nonno partigiano. Jovica ricorda la prima volta che la madre l’ha portato a chiedere l’elemosina in una fattoria poco distante da casa. «Non voglio zingari nella mia casa», disse il padrone, e poi, guardandolo «Di chi sei figlio? Tu non puoi essere figlio di una romnì. Sei bello, ben vestito, non sei un rom». Da quell’umiliazione, da quella vergogna scaturì la scelta di non mendicare più. Così ha imparato a suonare la fisarmonica e così ha vissuto tra Olanda, Belgio, Germania, Inghilterra, Italia. Vivendo in case, vivendo in baracche, campi ai margini delle città, perdendo un figlio morto ammazzato o per disgrazia e, comunque, morto nell’indifferenza della legge italiana.

Jovica Jovic ha suonato la sua fisarmonica in tutta Europa, in teatri, balere, matrimoni, sagre, festival. Come musicista l’hanno conosciuto Moni Ovadia e Marco Rovelli, ma presto per loro è diventato un amico e un formidabile cantastorie: quella volta che rubò le galline alla vicina cieca, quella volta che il padre Dušan compose una canzone ad Auschwitz, quella volta che non si voleva sposare, ma si sposò lo stesso, quella volta che la guerra in Jugoslavia gli distrusse la chiesa che aveva costruito, quella volta che si comprò una Dallapé rossa fiammante come una Ferrari.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Dicembre 2015
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