Anche il 10° anniversario del Legnano Jazz Festival non ha tradito le aspettative del pubblico che nelle due serate inaugurali è accorso numeroso e con grande entusiasmo alla esibizone degli artisti selezionati dalla coppia  Allegrini – Corini da 7 anni insieme nella organizzazione del Festival. 

Due serate, insomma, indimenticabili per i tantissimi legnanesi presenti, nel cortile di Palazzo Malinverni, venerdì e sabato scorsi.

Di seguito, con piacere, accogliamo alcune riflessioni di Sergio Allegrini, nella foto accanto, esponente di primo piano dell'associazione culturale "Chiave di lettura", che collabora con l'organizzazione dell'evento musiciale.

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Il sottile “fil – rouge” che lega le varie serate della manifestazione: Il canto nella musica Jazz, ha trovato interpreti di alto valore pur se con catteristiche completamente diverse. L’inizio spumeggiante con il Coro di Harlem con Anthony Morgan protagonista delle interpretazioni del gruppo  ha avuto eccellenti interpreti nelle artiste newyorchesi che hanno intrattenuto con il pubblico un dialogo continuo. E’ proprio nella capacità di interagire e di coinvolgere la chiave del successo di queste quattro perfette musiciste capaci di dominare suoni difficili durante le loro interpretazioni. A dirigerle Anthony Morgan il cantante che ha saputo selezionare e dare personalità all’intero gruppo. Se lo scorso anno il sassofono è stato protagonista quest’anno rischia di diventarlo il pianoforte che sarà presente in tre delle cinque performaces. Davell Crawford che ha accompagnato il gruppo si è dimostrato grande solista, istrione anche lui come tutti gli altri componenti del gruppo, ed è stato capace di divertire ma sopratutto di interpretare perfettamentelo spirito musicale del l’Ensemble che ha mescolato Soul,  Gospel e tanta musica degli anni d’oro della storia musicale americana.

Con un grande sorriso dichiarando il suo amore per l’Italia e per Legnano in perfetto abito bianco mettendo in evidenza un profilo seducente  si è presentata al pubblico la protagonista della seconda serata del Festival. Interprete raffinatissima del genere Stride, che gli e valsa la candidatura ai Grammy Award (una specie di oscar della musica) Judy Carmichael ha incantato il pubblico con un concerto in parte intimista e in parte scatenato alla ricerca di suoni tipici del west americani. La sua voce calda e suadente è stata messa in risalto dall formazione che ha  visto Sam Dunn alla chitarra effetuare preziosi virtuosismi e Robert Fowler al Saxofono tenore accompagnare in maniera perfetta sia le canzoni che i tanti interventi di Judy nella ricerca di suoni generati per incantare. Judy è artista  eclettica non solo musicista ma anche conduttrice di programmi radiofonici presso un emittente che conta oltre 170 stazioni radio. Ha pure fatto parte di un gruppo comico adattando così, perfettamente, le proprie doti artistiche ai momenti  che la vita propone. Californiana di origine ma Newyorchese di adozione Judy e stata riconosciutà come conoscitrice del piano Jazz fin dalle sue origini. Ha suonato per i potenti della terra da Bill Clinton a Gianni Agnalli in esibizioni private.

Il festival prosegue il prossimo venti luglio con Dwaye Dpsie e la musica Zydeco 

SERGIO ALLEGRINI

 

Immagini a cura di LUIGI FRIGO