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Calcio da una parte, basket e ciclismo dall’altra, a Legnano lo sport raccoglie quanto semina

In un confronto con discipline come il basket e il ciclismo, il gioco del pallone, scivolato in una apatia generale, perde inesorabilmente

calcio lilla

Il calcio, da una parte, in costante e continuo declino; il basket ma anche il ciclismo, dall’altra, in costante e continua ascesa. Si amplia sempre più la forbice tra le principali discipline sportive legnanesi, a scapito soprattutto del gioco del pallone, padrone assoluto dell’interesse in città nel secolo scorso e, oggi, ai minimi storici.

Le vicende del calcio lilla sono principalmente legate a fatti giudiziari, contestazioni, dirigenti privi di spessore. Storie rese ancor più negative, perchè confrontate con altre provenienti ad esempio dal basket e dal ciclismo dove ad agire sono manager che fanno proprio della affidabilità, della serietà e della competenza le loro principali prerogative.

PalaBorsani di Castellanza full per “l’illegale” addio al basket di Marino e Cerella

Giovedì 27 giugno, al termine di una stagione nemmeno esaltante, erano più di duemila gli appassionati di basket, ma non solo, che hanno riempito il PalaBorsani per una partita di pura esibizione. Non è stato un fatto casuale, ma il frutto di un lavoro che si protrae da anni con la gestione di Marco Tajana al Legnano Basket Knights. E’ stato l’apice di una capacità organizzativa nel coinvolgimento di campioni, ma pure di ragazzini e delle loro famiglie, di tifosi organizzati e di semplici sportivi. Un risultato raggiunto solo in virtù di professionalità, di passione disinteressata, di radicalizzazione nel territorio.

Tutto quello che manca all’attuale calcio lilla. Si dice che, oggi, la passione si muove solo per la maglia. Un tempo, quello di noi settantenni, ci si agitava anche per chi la indossava, per presidenti che hanno scritto pagine di sport ma anche di legnanesità. I Tajana, ma pure i Roveda e i Munafo’, nel calcio lilla non ci sono più. L’ultimo a dare spessore al Legnano calcio è stato proprio Giovanni Munafò, successore di presidenti come Caccia, Landoni, Mari, Villa, Pighetti. Non sono trascorsi nemmeno due anni. Da allora siamo finiti in una apatia generale. Scomparsi tutti, svaniti nella nebbia dei ricordi.

Possibile che si sia seminata tanta “zizzania” da impedire la crescita anche di pochi fili di speranza? 

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Giugno 2024
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