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La sanità privata non diventi “l’unica alternativa”

Dalle testimonianze di chi é stato costretto a rivolgersi al privato, una riflessione sul sistema sanitario lombardo

Generico 2018

Una cara amica di famiglia mi chiede di aiutarla a prenotare una visita medica con il sistema pubblico sanitario. È preoccupata e non riesce a destreggiarsi con la tecnologia e la burocrazia. Chiamo da numero fisso il numero di Regione Lombardia, già consapevole che non sarebbe stato facile trovare un posto libero entro dieci giorni, come da priorità indicata dal medico di base nell’impegnativa. La paziente deve essere controllata da uno specialista al più presto. Riesco a mettermi in contatto con un operatore. Mi lascia in linea e dopo avere controllato l’agenda mi conferma, sinceramente dispiaciuto, che la prima disponibilità per una visita ambulatoriale per l’osteoporosi in provincia di Varese l’avrebbe avuta non prima di 100 giorni. Il vincolo temporale dettato dal medico di base gli impediva però di prenotarla: “Può provare a chiedere in un’altra Provincia o farsi togliere la priorità dei 10 giorni dal suo medico”.

In provincia di Milano c’è un posto libero il 31 maggio, ma anche in questo caso la priorità sulla ricetta non permette all’operatrice di prenotare, seppur in ritardo, la visita. Mi consigliano di presentarmi direttamente al Cup dell’ambulatorio più vicino e di spiegare la situazione direttamente alla receptionist. Prendo la macchina e raggiungo la clinica Santa Maria di Castellanza, dove è presente l’unico ambulatorio specializzato nella cura dell’osteoporosi della provincia di Varese. Mi metto in coda, con la speranza di riuscire a tornare dalla mia amica con una buona notizia. Arriva il mio turno e la risposta che mi viene data è la stessa: “Non abbiamo disponibilità prima di giugno”.

Provo allora a chiedere quali sono i tempi per prenotare la stessa visita, ma privatamente. “Con il privato convenzionato abbiamo posto il 21 marzo, altrimenti – aggiunge l’operatrice – nei giorni successivi”. Chiamo l’amica di famiglia e le chiedo se è disposta a pagare 65 euro per effettuare la visita nei tempi richiesti dal suo medico. Non ha alternative: nonostante le difficoltà economiche mi autorizza a confermare. La signora in questione abita in un un alloggio popolare, è vedova e lavora part-time come colf. Il sistema sanitario pubblico, che dovrebbe garantire cure gratuite soprattutto alle persone meno abbienti, sta implodendo. L’amara realtà è che il privato sta diventando con sempre maggiore frequenza l’unica alternativa possibile.

È andata decisamente peggio alla nostra lettrice Marta: per lei la prima data disponibile per una visita oculistica specialistica, richiesta dal medico per una forte miopia con il rischio il distacco della retina, sarebbe stata a dicembre 20259.Il nostro lettore Marco aveva bisogno di una visita cardiologica urgente e all’ospedale di Legnano non c’era disponibilità prima di un anno e mezzo.
L’Humanitas di Castellanza gli ha dato appuntamento dopo una settimana, privatamente, al costo di 105 euro.

In questi giorni si sta facendo spazio un’accesa polemica sull’accordo tra il Comune di Castellanza e l’Humanitas Materdomini che garantisce ai cittadini castellanzesi visite ed esami privati a prezzi calmierati. Il sindaco Mirella Cerini è stata accusata dai sindacati e dagli stessi esponenti della sua maggioranza di favorire la sanità privata. Il primo cittadino ha portato a casa un beneficio gratuito per i suoi cittadini, a costo zero. La questione è un’altra: la sanità privata non deve essere l’unica alternativa. I cittadini devono essere liberi di scegliere e negli ultimi anni questa scelta non è sempre così libera. Il 15 marzo si è insediato il nuovo consiglio regionale della Lombardia e l’auspicio è che inizi fin da subito con urgenza a lavorare per un sistema sanitario che dovrebbe essere garantito a tutti, senza lasciare indietro chi una visita a 65 euro non se la può permettere.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Marzo 2023
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