Meraviglia Cristallerie, dalle forbici e lame più affilate ai casalinghi più raffinati nel cuore di Legnano
L'arrotino Alfredo, il sopravvissuto Mario e l'eclettico Marco Meraviglia sono i protagonisti di una storia che ha superato di slancio i 100 anni. Ancora oggi affascina con le sue vetrine colorate in corso Garibaldi
Dietro le vetrine scintillanti e colorate della cristalleria Meraviglia di Legnano c’è una storia lunga 104 anni che parte da un mestiere molto antico, quello dell’arrotino.
Quando l’arrotino Alfredo Meraviglia affilava le forbici per il Cotonificio Cantoni
Quando Alfredo Meraviglia aprì la sua bottega al civico 17 di corso Garibaldi nel lontano 1920 era un eccellente “mulìta” – così venivano chiamati in dialetto gli arrotini -, sicuramente fra i pochi che a quell’epoca potevano vantare di aver studiato per sei mesi in Germania, a Solingen, capitale europea delle lame, apprendendo l’arte dell’affilatura. Un’esperienza che gli permise di avviare una produzione di lame da rasoi leggendaria; sulla confezione spiccava, in nero su sfondo giallo canarino, il nostro celebre monumento con la scritta “Lame Alberto da Giussano”.
In origine Alfredo vendeva piccola ferramenta, casalinghi e coltelleria. Il suo principale cliente era il Cotonificio Cantoni, per cui affilava forbici e coltelli. Serviva anche altre grandi aziende tessili e calzaturifici locali. «Ricordo ancora, da bambino, quando mio padre mi mandava a consegnare le forbici affilate alla Cantoni. L’ingresso era proprio dove ora c’è Piazza IV Novembre. Il rumore della mola e delle lame passate a pietra erano la colonna sonora di corso Garibaldi». A raccontarlo è il nipote del fondatore, Marco Meraviglia, che oggi dirige il negozio di corso Garibaldi. Sulla vetrina c’è lo stesso logo di un tempo: quel colpo di pennello stilizzato con la scritta M. Meraviglia.
Alfredo Meraviglia mancò improvvisamente nel 1941, lasciando due gemelli, uno dei quali morì troppo presto. Fu l’altro figlio, Mario, sopravvissuto al campo di concentramento in Germania, a portare avanti con la moglie Marì l’attività. Con il declino dell’industria tessile, gli allora titolari dovettero reinventarsi. Oltre a portare avanti l’affilatura, introdussero la vendita di nuovi articoli per la casa, specializzandosi in prodotti per la cucina e la tavola.
Il nuovo negozio e la lista nozze riservata
Nel 1968 ci fu il cambio di sede al civico 80 di corso Garibaldi. Un negozio all’avanguardia che negli anni ’80 fu ulteriormente ampliato con un’importante area riservata alle liste nozze. Nel 1992 la direzione del negozio passò nelle mani di Marco, che ancora oggi continua a portare avanti l’attività di famiglia con passione e competenza.
Da allora non ha mai smesso di formarsi per crescere e innovarsi, anche se non sono mancati i momenti difficili. Tra i più drammatici, l’alluvione del 1995, che devastò il negozio: «Ci ritrovammo con l’acqua fino alle ginocchia e tutto il magazzino distrutto. Furono mesi difficili», ricorda Marco Meraviglia.
La passione e la formazione
Negli anni ha organizzato eventi e corsi di cucina con chef professionisti; ha frequentato corsi di vetrinistica, marketing, sommelier e informatica, ha partecipato a fiere internazionali e visitato le più importanti manifatture di cristalleria e porcellane d’Europa: «Conoscere il prodotto a fondo mi permette di proporlo con sicurezza e onestà – spiega -. Abbiamo sempre cercato di offrire dei prodotti autentici, di grande qualità e design, possibilmente a chilometro zero».
L’esposizione si è arricchita ulteriormente con l’ultima ristrutturazione del 2010 che ha reso il negozio ancora più moderno: «Il mondo è completamente cambiato, siamo costantemente stimolati da nuove collezioni. Oggi si cercano prodotti decorati, con colori accesi e materiali tecnologicamente avanzati, pratici e semplici da utilizzare. Vogliamo proseguire a “Meravigliare” andando incontro alle nuove richieste».
Guardando al futuro, Meraviglia rimane fedele al suo approccio tradizionale: «In questi anni ho costruito tante relazioni, legami e amicizie con i miei clienti – conclude Marco, che non si è voluto arrendere all’avanzata del commercio online -. Il futuro sarà quasi certamente nel digitale, ma il tempo che mi resta voglio trascorrerlo svolgendo il lavoro come davvero mi appassiona».
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