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Lavoratori della Tirinnanzi Spa Legnano in protesta: venerdì si apre la trattativa con i sindacati

La mattina di venerdì 7 giugno si aprirà il tavolo di confronto tra sindacati e proprietà. Forte la preoccupazione tra i lavoratori. L'azienda ha annunciato di voler trasferire il settore magazzino a Telgate: a 85 chilometri di distanza

Tirinnazi

C’è preoccupazione tra i 15 lavoratori della Tirinnanzi Spa di Legnano, tornati a protestare dopo l’incontro con le parti sindacali. Una riunione organizzata oggi, mercoledì 5 giugno, che è propedeutica all’apertura della trattativa con l’azienda. Tavolo indetto la mattina di venerdì 7 giugno. I dipendenti del magazzino, dopo aver ricevuto una lettera in cui la proprietà annunciava di voler appaltare il settore (magazzino) a una società di Bergamo, con sede a Telgate, hanno organizzato un presidio spontaneo ai cancelli della ditta. Nel pomeriggio, di oggi, sono tornati in strada per ribadire la loro contrarietà. In questo contesto Rossella Rossi, funzionaria della Filcams Cgil Ticino Olona, ha dichiarato: «La proprietà ha avviato una procedura di cessione del ramo d’azienda per il comparto operaio, parliamo di 15 lavoratori su 28 totali impegnati nel magazzino. Questi operai oggi si trovano costretti a scegliere se andare a lavorare a 85 chilometri di distanza oppure accettare tre mensilità più gli ammortizzatori sociali. Non è per noi, parti sindacali, accettabile tutto ciò».

La decisione presa dalla nota azienda Tirinnanzi è stata annunciata con una lettera (inviata il 3 giugno) in cui venivano spiegate le motivazioni «dettate da esigenze di mercato» e ribadita l’intenzione di venire incontro ai lavoratori «Non intendiamo lasciare a casa nessuno». La proprietà, nel contempo, si è subito resa disponibile ad aprire un tavolo di confronto con le parti sindacali agguerrite.

Per Fabio Toriello, segretario della Filcams Cgil, però, dietro a questa scelta «c’è l’intenzione di attuare un licenziamento collettivo». Ad essere coinvolti sono uomini monoreddito e donne con famiglia. «A parte un lavoratore, il dipendente più vicino alla pensione ha ancora davanti a sé quattro anni di lavoro – spiega Toriello -. Questa è una situazione grave. Noi, come parti sindacali, ci impegneremo a mantenere l’occupazione: non intendiamo dare spazio a strategie imprenditoriali che mettono in difficoltà i lavoratori, che non danno scelte. Dietro ad ogni dipendente c’è una vita, una famiglia… ci sono esigenze. Il rischio è quello di lasciarli per strada. Non ci va bene».

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Pubblicato il 05 Giugno 2024
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