Lavoratori del Terziario di Legnano pronti alla mobilitazione del 22 dicembre a Milano
Tutti loro raggiungeranno Milano per chiedere aumenti dei salari in linea con l’aumento generalizzato dei prezzi per far recuperare ai lavoratori e alle lavoratrici almeno parte del potere d’acquisto
In quadro post- pandemico nel quale gli equilibri socio economici sono completamente mutati rispetto al 2019, i lavoratori del settore del commercio, terziario e turismo sono pronti a mobilitarsi con i sindacati per rivendicare i proprio diritti. E lo faranno dopo anni di attesa, nella speranza di una rinegoziazione dei contratti nazionali. I lavoratori del settore hanno, infatti, deciso di aderire alla manifestazione indetta venerdì 22 dicembre da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per sollecitare un avanzamento dei negoziati, denunciare lo stallo delle trattative. A partecipare anche una delegazione della Filcams Ticino Olona. «Chi volesse unirsi alla mobilitazione e venire con noi in pullman – spiega Fabio Toriello segretario della Filcams locale – è invitato ad inviare la propria adesione entro Mercoledì 20 al seguente indirizzo mail: filcamsticinoolona@cgil.lombardia.it».
È quanto emerso martedì 12 dicembre durante l’incontro tra i delegati del Commercio e della Ristorazione e pubblici esercizi della Filcams Ticino Olona. Tavola rotonda tenutasi alla presenza di Mario Principe segretario generale Cgil Ticino Olona e di Elvira Miriello componente della segreteria Filcams CGIL Lombardia. Alla quale è intervenuto il sindacalista Toriello: «Nelle nostre iniziative e nelle nostre assemblee degli ultimi mesi abbiamo definito e condiviso le tappe del nostro percorso di mobilitazione ma è indiscutibile che ora siamo nella fase cruciale».
Meno potere d’acquisto senza il rinnovo del contratto nazionale
In questo contesto Toriello ha spiegato con chiarezza la situazione di stallo causato della pandemia, dove «le associazioni datoriali sembrano aver dimenticato i sacrifici fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori in quella fase. Sacrifici fatti sia da chi è stato posto in cassa integrazione, subendo un duro colpo a livello salariale, ed ha dovuto fare i conti col rischio concreto di perdere il proprio posto di lavoro, sia da chi, soprattutto nella distribuzione alimentare, ha affrontato la pandemia in prima linea, con il pericolo del virus, sentendosi persino annoverato tra i “lavoratori eroi” che hanno permesso al Paese di andare avanti. Di tali sacrifici non ce n’è memoria, né riconoscimento. A seguire, l’aumento delle materie prime e le incertezze determinate dalla crisi internazionale e dalla guerra in Ucraina, sono diventate ulteriori motivazioni portate avanti dalle associazioni datoriali per non rinnovare i contratti. Nel frattempo, però, l’inflazione è cresciuta a dismisura e le imprese del settore hanno, conseguentemente, riversato sui prezzi di vendita l’aumento dei costi sostenuti. Gli unici che non hanno avuto alcuna leva per affrontare l’indebolimento dei salari sono stati le lavoratrici e i lavoratori del settore, che senza gli aumenti del contratto nazionale hanno perso potere d’acquisto». Secondo Toriello è arrivato il momento di risolvere la vertenza dei quindici contratti aperti «credo che la si debba affrontare. Credo sia necessario iniziare a ragionare in relazione al dopo, al giorno dopo lo sciopero, per comprendere quale è il punto di caduta sostenibile per la Filcams? È un interrogativo di certo complesso già nella nostra discussione interna, nel rapporto tra di noi e soprattutto nel rapporto con le le lavoratrici e i lavoratori. Mi interrogo sul fatto che questa discussione non può portarci a non rinnovare i contratti nazionali o peggio, ad una firma separata. Come del resto la Filcams non si può permettere, in alcun modo, di favorire una ulteriore dilazione dei tempi né di agevolare una situazione di stallo, non prefigurando alcun possibile approdo o prefigurandone uno irraggiungibile».
La mobilitazione del 22 dicembre
Venerdì partiranno da Legnano e da Magenta alcuni pullman con tutti i lavoratori e i sindacalisti del territorio. Tutti loro raggiungeranno Milano per chiedere aumenti dei salari in linea con l’aumento generalizzato dei prezzi per far recuperare ai lavoratori e alle lavoratrici almeno parte del potere d’acquisto. Inoltre, una riforma della classificazione del personale in linea con le professionalità dei nuovi settori. Nel contempo si dirà «no alla riduzione dei permessi retribuiti e degli scatti di anzianità avanzata dalle controparti, e anche al ricalcolo dell’importo della 13^ (turismo) e al metodo di ricalcolo della 14^ (commercio), oltre all’aumento delle flessibilità e dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato».
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