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L’Europa dice no: linea rossa al controllo totale dell’Intelligenza Artificiale

Raggiunto l’accordo politico epocale per regolamentare l’uso indiscriminato dell’intelligenza artificiale nel riconoscimento facciale e nei sistemi di punteggio sociale

Generica 2020

La tecnologia può fare miracoli, anzi li fa già. A Singapore, ad esempio, se una persona anziana si avvicina al semaforo, il traffico delle auto viene interrotto automaticamente e il verde prolungato qualche secondo in più, per permetterle di attraversare senza fretta e pericolo di inciampare.

Questo è solo uno dei moltissimi esempi delle applicazioni possibili quando una società ha pervaso ogni oggetto, persona e animale con sensori, telecamere, e connesso tutti i dati in modo integrato (“l’internet di tutto”).

Spingendosi un poco oltre, i creatori di software per il riconoscimento delle emozioni affermano che l’intelligenza artificiale è in grado di determinare quando uno studente non capisce determinati argomenti, o quando il conducente di un’auto potrebbe addormentarsi, fornendo informazioni utili a intervenire tempestivamente per migliorare l’apprendimento, o evitare un incidente. Il rovescio della medaglia si chiama social scoring (punteggio sociale), che le applicazioni di intelligenza artificiale facilitano ed estendono, con rischi sistemici da valutare attentamente. Secondo le ricerche di Kaspersky, uno dei principali fornitori di servizi di sicurezza cibernetica, nel mondo un terzo delle persone tra i 25 e i 34 ha già avuto problemi ad avere un muto o un prestito a causa delle informazioni raccolte dalle loro attività online sui social media. E non parliamo solo della Cina. Nello stato di New York, le società di assicurazioni sono legalmente autorizzate a fissare il prezzo sulla base del profilo social media del cliente. Il rischio è permettere ad attori privati e pubblici di avere una visione olistica dei nostri comportamenti, finanziari, digitali e fisici, per darci un punteggio che apra, chiuda e modelli il tipo di servizi, le limitazioni, le tariffe che ci vengono offerte, con implicazioni di discriminazione ad alto rischio.

Ebbene, tutto questo molto probabilmente non accadrà in Europa, o meglio, accadrà in modo molto più controllato, limitato, oppure vietato completamente. Questo è l’esito di una maratona negoziale di quasi 40 ore non-stop che ha portato alla firma di un accordo tra il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa sul sistema di leggi e regolamenti relativi all’uso dell’Intelligenza Artificiale. La nota stampa recita: “I deputati hanno raggiunto un accordo politico con il Consiglio su un disegno di legge per garantire che l’intelligenza artificiale in Europa sia sicura, rispetti i diritti fondamentali e la democrazia, mentre le imprese possano prosperare ed espandersi”.

Nello specifico sono state vietate le seguenti applicazioni:
sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (es. convinzioni politiche, religiose, filosofiche, orientamento sessuale, razza);
raccolta non mirata di immagini facciali da internet o filmati a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale;
riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative;
punteggio sociale basato sul comportamento sociale o sulle caratteristiche personali;
sistemi di intelligenza artificiale che manipolano il comportamento umano per aggirare il loro libero arbitrio;
intelligenza artificiale che viene utilizzata per sfruttare le vulnerabilità delle persone (a causa della loro età, disabilità, situazione sociale o economica).
Due terzi dello scoglio negoziale, in merito a queste discipline, è stato relativo alle istanze delle forze dell’ordine di utilizzare i nuovi sistemi di tracciamento e identificazione in tempo reale a fini di sicurezza e prevenzione del crimine. Alla fine, si è arrivati a definire alcune eccezioni ai divieti sopra-elencati per specifici casi d’uso, in spazi accessibili al pubblico per scopi di contrasto, soggetti a previa autorizzazione giudiziaria e per elenchi di reati rigorosamente definiti.
I casi consentiti in dettaglio sono:

Sistemi “da remoto” per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave.
Sistemi “in tempo reale” solo per ricerche mirate delle vittime (sequestro, tratta, sfruttamento sessuale), prevenzione di una minaccia terroristica specifica e attuale, o la localizzazione o l’identificazione di una persona sospettata di aver commesso uno dei reati specifici menzionati nella norma (ad esempio terrorismo, tratta, sfruttamento sessuale, omicidio, rapimento, stupro, rapina a mano armata, partecipazione a un’organizzazione criminale, reati ambientali).
Gli italiani sembrano avere un ruolo speciale in questi sviluppi. Qualche mese fa, lo ricordiamo, il garante italiano per la privacy fece scalpore a livello mondiale per aver bloccato chatGPT nel nostro paese. Adesso uno dei due capidelegazione del parlamento europeo e co-autore del rapporto sulla cui base è avvenuta la trattativa è lo spezzino Brando Benifei, che ha dichiarato in conferenza stampa: “È stato lungo e intenso, ma ne è valsa la pena. Grazie alla resilienza del Parlamento europeo, la prima legislazione orizzontale al mondo sull’intelligenza artificiale manterrà la promessa europea, garantendo che i diritti e le libertà siano al centro dello sviluppo di questa tecnologia innovativa. La corretta attuazione sarà fondamentale: il Parlamento continuerà a vigilare per garantire il sostegno a nuove idee imprenditoriali con sandbox e regole efficaci per i modelli più potenti”.

Perché è rilevante questo passo in avanti? Una regolamentazione forte e completa da parte dell’Unione Europea costituisce un potente esempio per molti governi che stanno considerano la loro regolamentazione e potrebbero mutuarne molti aspetti. Inoltre, le aziende di intelligenza artificiale che dovranno obbedire alle nuove regole probabilmente estenderanno alcuni di questi obblighi anche ai mercati al di fuori del continente, perché non è efficiente riqualificare modelli separati per mercati diversi.
La zia Ninni dovrà attraversare la strada a passo rapido; Pierino a scuola continuerà a scaldare il banco; Renzo e Lucia potranno avere il mutuo, anche se hanno messo su Instagram immagini di festini creativi.
“Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno delle stesse leggi per tutta Europa. Avrei voluto fare di
tutti i popoli europei un unico popolo… Ecco l’unica soluzione!”, Napoleone Bonaparte.

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Pubblicato il 09 Dicembre 2023
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