Edili in protesta in piazza a Torino, un centinaio dall’Alto Milanese
La protesta è stata organizzata da Cgil Ticino Olona e Feneal Uil per dire "No" alle nuove norme del Codice degli Appalti e l’applicazione del decreto 11/23 che taglia il bonus 110
Un centinaio di lavoratori dell’Alto Milanese tra i 4mila manifestanti del settore edile e legno scesi in piazza Astengo, sabato 1 aprile, a Torino. La protesta è stata organizzata da Fillea Cgil Ticino Olona e Feneal Uil per dire “No” alle nuove norme del Codice degli Appalti e l’applicazione del decreto 11/23 così come è stato concepito. Il timore è quello di veder morire il settore delle costruzioni a causa della cancellazione, senza valide alternative per favorire la crescita e gli investimenti, del bonus 110%. Diritti, ambiente, casa, città e lavoro sono i temi toccati nel corso della manifestazione realizzata, otre a Torino, in altre 4 periferie italiane. «Siamo qui per difendere l’occupazione, il buon lavoro – spiega il segretario generale Fillea CGIL Ticino Olona Agron Hysaj -. Manifestiamo anche per tutelare l’ambiente e la qualità delle nostre città. Allo stesso tempo protestiamo per chiedere più attenzione alla salute e alla sicurezza nelle costruzioni».
Secondo il sindacalista Hysaj, che ha accompagnato i lavoratori a Torino con il segretario della Cgil Ticino Olona Mario Principe, servono politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni, per difendere l’occupazione esistente che c’è e per crearne di nuova. «Chiediamo al Governo Meloni di ritirare le modifiche al codice pubblico degli appalti – afferma il sindacalista -, in modo particolare quelle relative all’introduzione del sub appalto a cascata e quella relativa alla cancellazione della parità di trattamento economico e normativo nei confronti dei lavoratori con il CCNL applicato dall’azienda che ha preso l’appalto. La Cassa Edile di Milano, ultimo dato anno 2022, ha registrato circa 8.000 aziende e 70.000 lavoratori del comparto costruzioni che rappresentano un importante percentuale del totale delle imprese della nostra provincia. Sono dati che fotografano il settore delle costruzioni del nostro territorio e che significa una importante crescita per le imprese, per i lavoratori e per le famiglie».
Ad incrociare le braccia con gli edili anche i lavoratori del settore legno a fronte della rottura del tavolo di negoziazione per il rinnovo del Ccnl del legno arredo, scaduto a fine 2022. Un confronto avviato a metà novembre scorso con la controparte datoriale Federlegno. Questa categoria ha, inoltre, indetto uno sciopero il prossimo 21 aprile.
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