La discesa del prezzo della benzina potrebbe essere un brutto segnale per economia e borse
L'attuale congiuntura non è affatto favorevole per i mercati. Gli investitori, soprattutto i piccoli, dovranno stare attenti
Investire in azioni è perfettamente etico se l’aspirazione è quella di ottenere buoni rendimenti per i propri risparmi, senza cadere nel tranello del voler “diventare ricchi in pochi giorni”. Proprio per questo è importante segnalare che secondo alcuni operatori professionali i prossimi mesi presenteranno rischi cruciali, sia per le famiglie che per i loro risparmi.
Non è facile capire fino in fondo che cosa intendesse Mario Draghi quando, in uno dei suoi recenti discorsi, si è sbilanciato nel dire che “ci sono nuvole all’orizzonte”. Probabilmente intendeva dire che i segnali di un rallentamento generale delle principali economie mondiali sono evidenti e che dunque a poco vale, oggi, un’economia italiana che corra più delle altre. Una contrazione del prodotto interno lordo contemporaneo ad un aumento dei prezzi, dei costi di produzione e molto verosimilmente della disoccupazione, è infatti alle porte. Tutto questo, senza essere degli esperti, ma solo a voler essere ben informati, ha un nome: si chiama recessione.
Per i non addetti ai lavori è recentissima la pubblicazione su YouTube di un video di informazione finanziaria che si intitola “Borse, cosa succede adesso dopo il rimbalzo?” a cura di Vito Lops (giornalista de “Il Sole 24 Ore”) e Davide Biocchi (un operatore professionale, nonché affabile divulgatore legato a Directa SIM di Torino). Qui viene seriamente messa in evidenza una congiuntura niente affatto favorevole per i mercati. Il video non teneva ancora conto (perché pubblicato nelle ore successive) dell’ultimo dato sull’inflazione negli USA, che si è rivelata leggermente più bassa rispetto alle attese, ma questo nulla toglie ad un contesto ribassista, accompagnato da uno scenario molto serio riguardo al prezzo delle materie prime. Lops ha messo in evidenza come il grafico dello S&P500 (il principale indice generalista della borsa USA) sia, nell’ultimo periodo, sostanzialmente sovrapponibile allo scenario del 2007. Ha inoltre sottolineato la preoccupante discesa del prezzo del rame, che storicamente è un pesante indizio di rallentamento dell’attività economica. Attualmente regge solo il prezzo del petrolio, che si era valorizzato molto nel post-Covid e che resiste sopra all’importante supporto dei 90$ al barile. Gli automobilisti naturalmente sono contenti di veder scendere il prezzo della benzina, ma se questo trend dovesse continuare per effetto di una caduta del valore del greggio, magari per una patologica assenza di domanda, allora saranno davvero guai seri. Lo scenario è inoltre completato dall’osservazione che oggi non esiste sostanzialmente più nessuna differenza tra il denaro prestato a 3 mesi e quello prestato a lungo termine, ad esempio a 10 anni: questo vuol dire che le banche hanno esaurito la profittabilità e che a breve non avranno più alcun interesse nel prestare denaro alle attività economiche. Ognuno si faccia due conti.
Nessuno può dire quanto sarà profondo lo scenario recessivo che ci attende: non pochi vedono ripercussioni simili alla profonda crisi finanziaria del 2007-2008. Qualcuno addirittura, non ultimo Putin quando ancora la sua opinione contava qualcosa in Occidente, prospettava già un anno fa una situazione economica mondiale paragonabile alla grande depressione del 1929, probabilmente esagerando. Tuttavia, anche se nessuno sa quando e quanto la borsa salirà o scenderà, occorrerà ora molta prudenza, soprattutto da parte dei piccoli investitori. Sembra scontato che “gli indici di borsa stiano cercando un fondo” il quale non pare coincidere con l’ultimo minimo segnato lo scorso giugno. Questo non vuol dire che crollerà tutto, ma certo se accadesse non sarebbe una gran sorpresa.
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