Riservatezza e pazienza. A chiederlo è la proprietà della Teva, azienda che ha in corso due trattive per la cessione del sito di Nerviano. Invito rinnovato all’incontro tenutosi oggi (mercoledì 2 marzo) con i sindacati in Regione Lombardia dalla società israeliana, che, nell’aprile 2021, ha annunciato di voler lasciare il territorio nervianese. Un risvolto positivo per i lavoratori coinvolti nella vertenza, ma che di certo non tranquillizza gli animi visto che è ancora tutto in divenire.

«I timori per il futuro resteranno sino a che non si capirà quale sia il nuovo piano industriale – commenta Francesco Restieri della Filctem Cgil Ticino Olona -. Certo la situazione fa ben sperare, ma è ancora tutto ancora nebuloso. I lavoratori stanno vivendo momenti di forte preoccupazione, per questo chiediamo all’azienda di affrettare i tempi così da poter svelare al più presto quale sarà il futuro».

A questi problemi si aggiunge la decisione di circa 60 lavoratori di cercare una nuova occupazione. Vicenda che ha comportato un aumento del carico di lavoro sui dipendenti rimasti operativi in Teva: «Già in un primo incontro in Regione Lombardia i lavoratori e il sindacato avevano espresso preoccupazione per le fuoriuscite avvenute nello stabilimento – Francesco Restieri-. Esiste quindi l’esigenza di ristrutturare il lavoro in base a quelle che oggi sono le forze in campo. Solo in questo modo si potrà tenere fede alle commesse attualmente in corso».

Il prossimo incontro in Regione sarà mercoledì 23 marzo: «Ci auguriamo ci siano aggiornamenti -conclude Restieri -. I lavoratori non possono andare avanti così».