Sindacati: «Gioco legale fermo dal 2020: 150mila lavoratori in difficoltà»
Secondo i sindacalisti per contrastare il boom del gioco illegale e scongiurare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, bisogna far ripartire il gioco pubblico in concessione
«Per contrastare il boom del gioco illegale e scongiurare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, va riavviato il gioco pubblico in concessione, chiuso dal 2020». A tenere accesi i riflettori sul settore i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Il comparto occupa complessivamente circa 150mila addetti di cui circa 120mila dipendenti della distribuzione specializzata del gioco, delle Sale Bingo, delle sale scommesse e Gaming Halls, tutt’ora in sospensione dal lavoro e in regime di ammortizzatori sociali. Proprio per questo è stata indetta una mobilitazione di piazza, già annunciata in occasione della partecipatissima assemblea nazionale del 26 marzo.
I sindacati rilanciano sulle soluzioni condivise dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione di settore sulla riapertura in sicurezza, con la sottoscrizione di Protocollo e Avvisi Comuni – tra i più avanzati del terziario – finalizzati al contenimento del contagio da Covid-19. In particolare, i sindacati sollecitano l’avvio del confronto istituzionale sulla riorganizzazione del settore, scevra di pregiudizi ideologici, che contempli una sintesi tra i temi della salute pubblica, la tutela occupazionale e il contrasto alle attività illegali.
Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs bisogna «interrompere la discriminazione dei lavoratori del settore del gioco pubblico in concessione nel contesto delle misure contro la pandemia e considerare i luoghi del gioco parimenti alle altre attività aperte al pubblico a rischio equivalente, con l’adozione delle misure per la difesa della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che dei clienti. È necessario continuare il confronto con le imprese in ordine ai cambiamenti organizzativi conseguenti alla pandemia (smartworking, dimensionamento delle sale) avendo come obiettivo il mantenimento dei livelli occupazionali e la costruzione di un sistema stabile di relazioni sindacali che punti alla qualità del lavoro e al riconoscimento delle professionalità».
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