I lavoratori di Accam: “Basta supercazzole politiche, l’inceneritore va salvato con Amga e Agesp”
In una durissima nota le rsu dei lavoratori dell'impianto di Borsano attaccano l'amministrazione legnanese e chiedono ai comuni soci lungimiranza e di smetterla coi tornaconti politici
«I lavoratori di Accam sono depressi e ne hanno le scatole piene di sentire continue supercazzole scritte in un atto d’indirizzo dove, con parole fumose di un politichese vecchio stampo dove si dice tutto e niente. Noi siamo dipendenti e lavoriamo per i “comuni Soci” non per i sindaci, ma, purtroppo, ad ogni cambio di giunta, o avvio di campagna elettorale, ci troviamo puntualmente un neo sindaco che vuole chiudere l’impianto Accam, e onestamente non abbiamo ancora capito realmente quale sia la motivazione, se logica o se politica. Forse, ma ne siamo sicuri, la vera motivazione non la conoscono nemmeno loro». Lo scrivono in una nota i rappresentanti sindacali dell’azienda in merito all’atto di indirizzo votato dal Consiglio comunale di Legnano che prevede lo spegnimento, il prima possibile, dell’inceneritore.
I 70 dipendenti «con famiglie e mutui», si dicono angosciati ad ogni elezione comunale «pregando e sperando che il sindaco eletto sia in grado di capire il valore aggiunto di un impianto come il nostro per i cittadini della provincia di Varese e di Milano, cittadini che si chiedono dove i Comuni investono i soldi incassati con la Tari».
Secondo i lavoratori di Accam «i comuni Soci, dismettendo l’impianto Accam, causeranno un danno alle loro società di servizi di raccolta, e come hanno già calcolato, il danno sarebbe di diversi milioni di euro, causato dalla necessità di riprogettare la raccolta e lo smaltimento verso altri impianti fuori territorio, sottolineato anche nella manifestazione d’interesse di Amga».
I lavoratori si chiedono se gli amministratori comunali abbiano letto il piano presentato da Amga e proseguono: «Il problema dell’inquinamento è un semplice pretesto, perché durante il lockdown di marzo e aprile i livelli di inquinamento, come registrato dalle centraline di Arpa nella zona attorno al Termovalorizzatore, sono diminuiti, mentre Accam ha lavorato a pieno regime per smaltire l’enorme mole di rifiuti sanitari che gli ospedali producevano e che continuano a produrre a causa del Covid».
Secondo i dipendenti il problema di Accam sta tutto nell’incapacità gestionale: «I sindaci Soci e gli Amministratori della società Accam, corresponsabili dello sfacelo della loro proprietà, è ora che inizino a governare con persone capaci la loro società, per farci uscire dal pantano dove qualche sindaco estremista ci ha indirizzato, visto che, altri impianti producono utili e qui non si riesce, a causa della mancanza di investimenti e aggiornamenti tecnologici, che porterebbero servizi diretti ai cittadini come teleriscaldamento ed energia elettrica».
A questo punto passano all’attacco diretto del sindaco di Legnano Lorenzo Radice: «Ne è prova l’incoerenza del sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, e della sua amministrazione nel portare avanti l’atto d’indirizzo con allegata una mozione che non tiene conto di tutti i passaggi che in questi ultimi mesi sono stati compiuti in un’ottica di responsabilizzazione della gestione del ciclo integrato dei rifiuti del nostro territorio».
I rappresentanti sindacali evidenziano ancora una volta, «che la situazione attuale è figlia delle “non scelte” che i Soci e gli Amministratori hanno perpetrato per anni, in analogia a quanto già successo 8 anni fa, trattando Accam come se fosse un cerino acceso che viene passato di mano in mano».
Secondo i sindacalisti proprio tali visioni «miopi ed inconcludenti stanno portando un danno sociale ed erariale al bene pubblico di un servizio essenziale; di ciò qualcuno dovrà pur rispondere in termini di responsabilità sicuramente davanti ai cittadini, forse anche in altre sedi. La soluzione del problema è sui tavoli delle società di raccolta Amga e Agesp, ma è vero che, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. La creazione di un ciclo integrato dei rifiuti con la nascita di una società che lo gestisca, progetto sul quale le Società interessate credono e hanno profuso tempo e impegno, è la lungimiranza delle persone che vedono un futuro di benefici per il territorio, anche a discapito dell’immediato tornaconto politico.
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