Ex Auchan di Rescaldina, cassa integrazione fino ad aprile per i lavoratori in esubero
Non sarà un sereno Natale per i lavoratori in esubero del gruppo Margherita Distribuzione. "Se non riceveremo risposte e soluzioni in tempi brevi metteremo in campo tutte le azioni sindacali in nostro possesso", affermano i sindacati
Non sarà un sereno Natale per i lavoratori in esubero del gruppo Margherita Distribuzione che ha rilevato l’ex Auchan di Rescaldina. Proprio alla vigilia di Natale è stato annunciato che, a seguito dell’accordo siglato ieri 23 dicembre al Ministero, i lavoratori saranno in cassa integrazione straordinaria fino al 5 aprile 2021. I dipendenti coinvolti nella vertenza non assorbiti da Conad e che non hanno accettato l’incentivo all’esodo in tutto sono 2388, di cui 8 a Rescaldina, con grande preoccupazione e incertezza sul loro futuro.
«A differenza delle parole spese nei mesi scorsi dall’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, dove lo stesso dichiarava che si sarebbe data continuità alle migliaia di rapporti di lavoro – afferma il segretario della Filcams Cgil Ticino Olona Fabio Toriello -, è evidente che questa operazione ad oggi ci consegna una fotografia preoccupante poiché, tra i vari passaggi e le chiusure di molteplici punti vendita, i lavoratori risultanti in esubero sono 2388 al netto delle migliaia di lavoratori che hanno accettato l’incentivazione all’esodo. Per nulla diversa la situazione sul nostro territorio; Rescaldina è stata oggetto di passaggio il primo ottobre e a differenza di quanto dichiarato a mezzo stampa dall’imprenditore, dove egli stesso dichiarava che si era data continuità a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori nell’acquisizione, sono risultati 15 esuberi al netto dei 83 lavoratori che hanno accettato l’incentivo.Ad oggi, tra chi ha accettato in extremis l’incentivazione e chi ha trovato una ricollocazione, sono 8 le persone rimaste senza un posto di lavoro».
Tra i due ex full time e i sei ex part time attualmente in esubero ci sono due coniugi con a carico due figli minori. «Questa è una scelta che chiaramente sta mettendo in ginocchio un intero nucleo familiare – afferma Toriello -. Come Filcams CGIL contestiamo integralmente le scelte operate perché non c’è stato il ben che minimo rispetto dei criteri di Legge nell’individuazione dei lavoratori da inserire nel passaggio e inoltre ravvisiamo che per quanto riguardala scelta dei lavoratori della sicurezza tutte e sei le lavoratrici che operavano in quel settore sono state escluse evidenziando una presunta discriminazione di genere.
L’ipotesi di un ricollocamento nel piano superiore del centro commerciale si allontana sempre di più e questa situazione, soprattutto in un delicato momento come questo vista anche la crisi sanitaria ed economica, lascia molta preoccupazione e incertezza sul futuro. «Tutti loro ogni giorno che passa stanno perdendo la speranza di riavere un posto di lavoro – commenta il sindacalista -. Se non riceveremo risposte e soluzioni in tempi brevi metteremo in campo tutte le azioni sindacali in nostro possesso a tutela della dignità e dei posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori».
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