Covid, Pensionati CISL: “Più attenzione alle persone fragili, sole e anziane”
Il rischio che la nuova esplosione di contagi colpisca soprattutto le persone più fragili, più sole e gli anziani è la preoccupazione manifestata di recente da Luigi Maffezzoli, FNP CISL Milano Metropoli
La segreteria FNP CISL Milano Metropoli è composta da Gabriella Tonello (segretaria generale), Franco Desiante, Luigi Maffezzoli
Il rischio che la nuova esplosione di contagi sul territorio colpisca soprattutto le persone più fragili, più sole e gli anziani è la preoccupazione manifestata di recente da Luigi Maffezzoli, componente della segreteria territoriale FNP CISL Milano Metropoli.
«La pandemia avanza sempre più anche nel legnanese e non si può non essere preoccupati – scrive il sindacalista -. Le notizie che ogni giorno pubblicate nelle vostre pagine parlano di una crescita esponenziale che, nel giro di una o due settimane, potrebbe diventare insostenibile per l’organizzazione sanitaria. Anche oggi, come nella primavera, la cronaca mette in evidenze i grandi meriti degli operatori a tutti i livelli, ma anche le carenze complessive del sistema e in particolare della medicina di prossimità. La cura dei non acuti è affidata esclusivamente ai medici di famiglia, mancando nel territorio quelle strutture intermedie che possano supportarli nella presa in carico in questo momento di difficoltà. Gli ospedali non sono ancora in affanno come a marzo ma, con gli attuali trend, lo saranno nel giro di poco tempo. Le conseguenze rischieranno di pagarle ancora una volta le persone più fragili e più sole e gli anziani».
«Di fronte ad eventi di così grande portata – sollecita Maffezzoli – occorre una mobilitazione generale che coinvolga
istituzioni, forze sociali, volontariato e in generale società civile per avere sempre il quadro completo di quanto sta succedendo nel territorio. Vanno individuati con tempestività i punti di debolezza, per mettere in campo soluzioni e sostegni ai più fragili, per richiamare l’attenzione e la responsabilità delle autorità responsabili. Va assolutamente scongiurato che si ripresenti la crisi delle RSA a cui abbiamo assistito nella primavera, senza che l’ATS intervenisse rapidamente per scongiurare altre vittime. I sindaci, insieme alle direzioni delle strutture e in collaborazione con le parti sociali e le famiglie, devono monitorare costantemente la situazione delle RSA, intervenendo affinché i tamponi non ritardino, i reparti siano messi in sicurezza e gli ammalati siano affidati a luoghi di cura attrezzati».
Ed ecco quindi l’attenzione particolare verso gli anziani soli: «Ottima l’iniziativa di alcuni comuni, leggo di Rescaldina e di Legnano, di coinvolgere il volontariato e le attività del commercio per dare un aiuto a chi vive solo e ha difficoltà a lasciare il domicilio. Purtroppo la carenza della medicina territoriale si fa sentire e andranno messe in campo iniziative straordinarie in campo infermieristico e di assistenza domiciliare che dovranno vedere l’impegno di tutti e un impegno particolare del no profit e del volontariato, sperando che da questa lezione possano, nel prossimo futuro, venire risposte strutturali».
L’ultima considerazione ha al centro il mondo politico che mette al centro dell’attenzione il tema degli orari degli esercizi pubblici piuttosto che quello della situazione sanitaria: «Come sindacato dei pensionati ci rendiamo conto delle difficoltà che i provvedimenti del governo possono creare ad alcune categorie, ma li riteniamo necessari e forse non ancora sufficienti – il giudizio di Mafezzoli -. Dispiace particolarmente che ancora una volta le chiusure vadano a toccare il mondo della scuola e della cultura, riteniamo che vadano messi in atto interventi tempestivi a favore del mondo del lavoro più penalizzato: le proroghe della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti, gli indennizzi alle imprese, ci si augura con criteri di equità. Ma non ci si deve mai dimenticare che le più penalizzate sono le persone, soprattutto le più anziane e più fragili, che la pandemia la subiscono, magari costrette a casa in quarantena senza un aiuto, quelle che si devono accollare lunghe file che anche voi avete documentato per effettuare un tampone, che finiscono nella terapia intensiva degli ospedali, lottando tra la vita e la morte. Se anche una sola vita potrà essere risparmiata, quei provvedimenti saranno stati utili».
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