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Fermato il traffico di prostituzione sul Sempione

L'inchiesta coordinata dalla Procura di Busto Arsizio -. Le ragazze venivano portate illegalmente in Italia con false promesse... 

Smantellata la banda che gestiva il traffico di prostituzione sul Sempione tra Busto Arsizio e Gallarate. Sono complessivamente 18 gli indagati nel giro che controllava il Sempione.

Il giro era gestito principalmente da una donna nigeriana di 46 anni soprannominata Happy e domiciliata a Vanzaghello nella casa di un attempato signore italiano. Le ragazze venivano portate illegalmente in Italia con false promesse e poi costrette a prostituirsi. 

E’ durata quasi due anni l’operazione, che ha permesso di sgominare l’organizzazione, avviata dalla Polizia di Stato del Commissariato di Busto Arsizio con la Procura della Repubblica, nella persona della Dott.ssa Francesca Parola. L’intento è stato quello di contrastare il fenomeno criminale noto come “trafficking”, ovvero il trasporto illegale di esseri umani da un Paese all’altro finalizzato al loro sfruttamento, in questo caso specifico donne condotte dalla Nigeria in Italia per essere avviate alla prostituzione. 

Gli investigatori hanno subito individuato un appartamento a Busto Arsizio adibito ad una sorta di “alloggio collettivo” nel quale trovavano riparo ragazze nigeriane che si prostituivano lungo l’asse viario.

I poliziotti hanno poi scoperto che con la collaborazione di alcuni familiari, Happy reclutava ragazze in Nigeria promettendo loro un lavoro regolare e facili guadagni in Italia, ne organizzava poi l’ingresso illegale nel nostro Una volta arrivati in Italia il sogno si infrangeva: Happy individuava l’alloggio e i luoghi in cui le ragazze dovevano prostituirsi e le controllava ricorrendo a minacce, violenze e riti magici praticati per suo conto da sciamani. Naturalmente tutto il denaro che le ragazze guadagnavano offrendosi ai clienti in strada doveva essere versato alla “madame” per risarcire le spese sostenute per il loro ingresso in Italia.

Complice anche una 27enne detta Shakira residente a Novara con il coniuge italiano a sua volta sfruttatrice di connazionali (alcune delle quali le venivano cedute proprio dalla complice). A Shakira, particolarmente violenta e temuta per la sua familiarità con i riti voodoo, viene contestato lo sfruttamento della prostituzione. Lo stesso reato è stato contestato a un 32enne nigeriano detto Terry domiciliato a Magnago, che accoglieva le prostitute nella sua abitazione e le costringeva a prostituirsi in strada e in casa. L’uomo controllava le sue vittime e le sollecita a realizzare guadagni dei quali poi si impossessava.

Collegato al giro anche un, nigeriano di 27 anni domiciliato a Busto Arsizio in una struttura di accoglienza ma già all’epoca di fatto irreperibile, che gestiva un autonomo traffico, favorendo l’immigrazione clandestina in Italia di donne nigeriane alle quali forniva documenti falsi, inducendole poi a prostituirsi, controllandone l’attività e appropriandosi dei loro guadagni. Allo stesso viene  contestato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione. 

L’attività ha portato ad identificare 18 indagati, tra i quali 9 italiani, 6 nigeriani, 1 togolese, 1 ghanese e 1 liberiano. Per buona parte di loro si ipotizza il favoreggiamento della prostituzione, concretizzatosi in “servizi” di accompagnamento delle donne fino al luogo di “lavoro” in cambio di piccole somme di denaro o di prestazioni sessuali gratuite e nella predisposizione di false dichiarazioni di ospitalità per consentire alle straniere di ottenere il permesso di soggiorno. In un caso si contesta anche l’interruzione illecita della gravidanza di una prostituta, ottenuta con la somministrazione di farmaci normalmente utilizzati in campo veterinario mescolati a bevande alcoliche.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Settembre 2016
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