Fanghi tossici, coinvolti aziende e terreni a Parabiago e Canegrate
È stato notificato ai comuni di Canegrate e Parabiago l'elenco dei terreni e delle aziende coinvolte nell'inchiesta sui fanghi tossici dal Bresciano
È stato notificato ai comuni di Canegrate, Legnano e Parabiago l’elenco dei terreni e delle aziende coinvolte nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Brescia sul traffico illecito di rifiuti che avrebbe portato allo sversamento di 150mila tonnellate di fanghi tossici contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostante inquinante spacciate per fertilizzanti su 3mila ettari di terreni agricoli in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Dal Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia è quindi arrivata nero su bianco la conferma del coinvolgimento del nostro territorio nell’inchiesta che ruota attorno ad una società bresciana attiva nel settore del recupero di rifiuti, che a fronte di lauti corrispettivi ritirava i fanghi prodotti da numerosi impianti pubblici e privati di depurazione delle acque reflue urbane ed industriali: fanghi che avrebbe dovuto trattare con un procedimento che ne garantisse l’igienizzazione e la trasformazione in sostanze fertilizzanti, mentre per massimizzare i propri profitti la ditta ometteva di sottoporre i fanghi contaminati al trattamento previsto ed anzi vi aggiungeva ulteriori inquinanti, per poi disfarsene classificandoli come “gessi di defecazione”.
Ora le amministrazioni coinvolte dovranno valutare i prossimi passi in base al quadro che emergerà dalle indagini sui fanghi tossici. Già il Parco del Roccolo nei giorni scorsi si era detto pronto a costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario, ed è probabile che anche i comuni interessati possano decidere di seguire questa strada una volta chiarite le responsabilità. «Abbiamo chiesto ai Carabinieri Forestali quali fossero i luoghi interessati non appena appresa la notizia – sottolinea l’assessore all’ecologia di Parabiago Dario Quieti – e in relazione alla nostra richiesta ieri ci è stata inviata una nota che ne identificava alcuni. Ci siamo mossi per tutelare il territorio e così continueremo a fare. Valuteremo anche la costituzione di parte civile nel procedimento contro chi ha inquinato, ma prima è necessario attendere il prosieguo delle indagini: al momento ancora non sappiamo di chi siano le responsabilità». Sulla stessa linea anche l’amministrazione di Canegrate: «È arrivato dai Carabinieri di Brescia l’elenco delle aziende agricole coinvolte e c’è anche un’azienda di Canegrate. Il problema è che parliamo di fatti avvenuti nel 2018. Assieme agli altri comuni coinvolti stiamo valutando il da farsi».
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