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Processo “Piazza Pulita”: Fratus, Cozzi e Lazzarini ricorrono in appello

I tre ax amministratori, condannati nel processo "Piazza Pulita", hanno presentato ricorso in appello contro la sentenza di primo grado del Tribunale di Busto Arsizio

fratus cozzi lazzarini

Secondo grado di giudizio in vista per l’ex sindaco Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini. I tre ex amministratori, travolti un anno fa dall’inchiesta “Piazza Pulita” e poi imputati a vario titolo nel relativo processo per turbativa di gara, erano stati condannati in primo grado lo scorso aprile e ora hanno presentato ricorso in appello contro la sentenza del giudice Daniela Frattini.

Nelle aule del palazzo di giustizia bustocco lo tsunami giudiziario che ha investito la scorsa primavera Palazzo Malinverni si era concluso con la condanna a due anni e due mesi di carcere per l’ex sindaco Gianbattista Fratus, due anni per il suo vice Maurizio Cozzi e un anno e tre mesi per l’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini, la cui nomina a febbraio dello scorso anno aveva dato il là alle contestazioni sfociate poi nelle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali di Legnano. Per tutti inoltre erano arrivate multe e interdizione dai pubblici uffici.

Il giudice di primo grado aveva sostanzialmente sposato l’impianto accusatorio degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra. Per il Tribunale i tre ex amministratori volevano «collocare amici o collaboratori – o soggetti referenziati da amici o collaboratori, dunque di fiducia – nei posti nevralgici – o di potenziale interesse – dell’amministrazione comunale», e volevano farlo per «controllare l’amministrazione con modalità indebite».

Ora l’ex primo cittadino e i suoi due assessori proveranno a far valere in appello la loro tesi, secondo la quale avrebbero agito per identificare, di volta in volta, i candidati migliori, senza alcun interesse economico o patrimoniale nelle nomine contestate dalla Procura. Le difese hanno peraltro sempre sostenuto durante il dibattimento che le procedure contestate alla pubblica accusa non fossero gare, escludendo di fatto la sussistenza del reato contestato.

Tre le procedure inizialmente contestate a Fratus, Cozzi e Lazzarini nel processo “Piazza Pulita”: il conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA (del quale è stato chiamato a rispondere il solo Maurizio Cozzi), la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e la nomina del direttore generale di Amga. A queste si è poi aggiunta, in corso di dibattimento, la contestazione dell’incarico a Flavio Arensi come direttore artistico del Comune. Il solo primo cittadino, inoltre, è stato chiamato a rispondere di corruzione elettorale: all’ex sindaco, infatti, è stato contestato un accordo stretto in sede di ballottaggio con Luciano Guidi, a sua volta candidato come sindaco al primo turno delle elezioni amministrative, per barattare la nomina in una municipalizzata per la figlia di quest’ultimo con i suoi voti.

Ad ottobre il “caso Legnano” tornerà nelle aule del Tribunale di Busto Arsizio con l’udienza preliminare per altri sei indagati dell’inchiesta: Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA , Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga ai tempi della gestione Lazzarini, Enrico Peruzzi, ex direttore per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano, ed Enrico Barbarese, che di Peruzzi aveva preso il posto. Alle cui posizioni con ogni probabilità si aggiungerà quella di Flavio Arensi: le indagini preliminari a carico dell’ex curatore artistico di Palazzo Malinverni si sono concluse nelle scorse settimane e anche per lui si profila la richiesta di rinvio a giudizio.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Luglio 2020
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