Traffico di cocaina a Legnano, il capo era il 33enne “Kojak”
Emergono nuovi particolari dall'operazione Boxes dei carabinieri di Legnano. Il legnanese "Kojak" e il "Padrino" effettuavano le consegne di droga con le citycar nere
Il 33enne legnanese detto “Kojak”era il capo del gruppo criminale coinvolto in un traffico di oltre 50 chili di stupefacenti da parte di gruppi criminali che operavano tra Novara, Turbigo e Legnano, finalizzato ad immettere la droga nel mercato dello spaccio del Nord Milanese e nelle province di Varese, Mantova e Reggio Emilia. Proprio lui, secondo gli inquirenti, gestiva col padre e la moglie le operazioni di compravendita e, non è escluso, che lo aiutassero anche nel comunicare con i gregari (un 68enne legnanese detto “Padrino” e un 47enne legnanese detto il “Mongolese”). È quanto emerso dall’operazione “Boxes” conclusa dai carabinieri della Compagnia di Legnano con l’esecuzione di 18 ordinanze.
Gli incontri tra il boss e il resto del gruppo avvenivano in un appartamento “senza contratto” in via Leoncavallo a Legnano, al piano terreno di una villetta. Più è più volte i carabinieri hanno monitorato gli incontri tra i tre. “Kojak” e il “Padrino” effettuavano le consegne di droga con le citycar nere. Il “Mongolese”, che non aveva la patente di guida, si spostava a bordo di una citybike di sua proprietà. Per questa ragione le consegne venivano effettuate principalmente dai primi due.
LE QUATTRO CITYCAR E I CINQUE BOX – Nel corso delle indagini sono state individuate tre auto pressoché uguali, due Peugeot 107 ed una Citroen C1, (tutte nere, con i medesimi interni e le medesime modifiche come nascondigli della droga). Tutti i box sono risultati senza contratto di locazione. Sono in corso ulteriori accertamenti anche per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle irregolarità. Tre a Legnano, di cui uno era nel condominio dove abitava la famiglia di “Kojak” e del padre “D’Artagnan”. Questi erano gestiti prevalentemente dal nucleo familiare del capo del gruppo legnanese. A Villa Cortese gli altri due utilizzati da Padrino per nascondere le auto.
LE VIE DELLA DORGA – L’approvvigionamento della droga avveniva principalmente a Villa Cortese, in via D’Azeglio, vicino a un parco pubblico: il fornitore era un 38enne di Turbigo detto il “Mulo”. Tra i clienti a cui veniva consegnata c’era un 46enne di Gorla Maggiore, detto il “Professore”, che la riceveva in via Bertarelli mentre il denaro della compravendita veniva ritirato nella strada parallela (via San Grato). Con lo stesso sistema, ma in vie diverse, la cocaina è stata consegnata sia a un 34enne che a un 39enne (entrambi di nazionalità marocchina).
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