Canegrate, 25 aprile: “Facciamo ripartire il nostro Paese”
Solidarietà, democrazia, sanità pubblica ed Europa: sono questi per il sindaco di Canegrate i capisaldi da cui ripartire una volta sconfitto il virus
Oggi non ci sono strade piene di gente come quelle che 75 anni fa accolsero la caduta del nazifascismo, il coronavirus non lo permette. Ma non per questo il Legnanese ha rinunciato al 25 aprile. Come non lo ha fatto Canegrate: per il paese, oltre alla deposizione delle corone di alloro al cimitero e ai Monumenti ai Caduti, è arrivato anche un messaggio del sindaco Roberto Colombo, che in queste settimane ha dovuto combattere in prima persona il virus, e fortunatamente l'ha sconfitto.
[pubblicita]«Dobbiamo far ripartire il nostro Paese – ha sottolineato Colombo, che ha dedicato un pensiero ai canegratesi venuti a mancare a causa del coronavirus e alle loro famiglie, e un ringraziamento a chi si è speso per fare in modo «che nessuno fosse dimenticato durante questa calamità» –, sulla base di quello che è successo in questi mesi, rispettando e applicando la nostra bella Costituzione, figlia del 25 aprile. Dobbiamo farlo ripartire con lo spirito di quella generazione che il coronavirus sta portando via: gli 80enni e 90enni che da bambini hanno visto la guerra e che poi si sono rimboccati le maniche e hanno contribuito con il loro duro lavoro al boom italiano, portando la nostra Nazione tra le grandi potenze industriali del mondo. Quel che c'è da fare per il domani non è diverso da quello per cui lottarono e morirono tanti partigiani 75 anni fa».
La "ricetta" per ripartire, per il sindaco di Canegrate, sta tutta in quattro parole: solidarietà («É illusorio pensare di salvarsi da soli»), democrazia (che significa «ascoltare tutte le opinioni e ascoltare se buone le proposte dell'opposizione e anche le critiche, ma soprattutto avere rispetto dei cittadini»), Europa («Oggi l'idea di europa vacilla, ma è illusorio e pericoloso pensare di tornare ai singoli Stati: in un mondo sempre più globalizzato, pensiamo di resistere meglio da soli alle potenze economiche? L'Europa però deve diventare Europa dei popoli e non dei mercati, dove vi siano gli stessi diritti per i lavoratori, la stessa legislazione fiscale, lo stesso livello di democrazia») e investimenti sulla sanità pubblica («Dobbiamo tornare a privilegiare gli investimenti sulla sanità pubblica, che ha dimostrato in questo frangente la sua insostituibilità: investimenti che non devono riguardare tanto gli ospedali, quanto i presidi territoriali»).
«A tutti voi dico – ha concluso Colombo –: mai arrendersi, mai dubitare di potercela fare, mai dimenticare i più deboli e l'appartenenza alla nostra comunità».
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