[pubblicita] Alberi colpiti dal tarlo asiatico abbattuti al parco dei Mulini all'altezza di Parabiago. E Legambiente non ci sta. L'associazione del cigno verde si dice perplessa circa la scelta, definita troppo drastica.

«Siamo in una situazione di emergenza climatica per il surriscaldamento del pianeta causato dai comportamenti dell'uomo che ha sconvolto l'equilibrio dell'ecosistema del pianeta. Tra i più importanti elementi che potrebbero mitigare o attenuare questi fenomeni ci sarebbero appunto gli alberi, specialmente di alto fusto come probabilmente gli esemplari di platani ultradecennali, se non secolari, abbattuti sia sull'Isolino di Parabiago che nel parco dei Mulini in un tratto della Ciclovia Greenway – spiega Legambiente Parabiago -. Si ipotizza che siano stati colpiti dal tarlo asiatico. Le nostre perplessità derivano dalla drasticità dell'intervento. Ci chiediamo se non fosse possibile intervenire con cure volte ad eliminare il problema, piuttosto che sopprimere gli alberi. Inoltre, ci chiediamo perché non siano state messe in atto misure preventive e di tutela degli stessi, come fatto in molte altre situazioni. Del resto, questi sono i criteri che vengono seguiti dalla medicina nei nostri confronti: prevenire e curare innanzitutto». «Auspichiamo infine che si possa agire in futuro, con interventi più mirati e preferibilmente che possano evitare di sacrificare queste fondamentali componenti del contesto ambientale in cui viviamo».

A queste parole risponde direttamente l'assessore all'ambiente del Comune di Parabiago, Dario Quieti, che spiega: «Gli alberi abbattuti erano stati colpiti dal tarlo asiatico. Quello più grande, sull'isolino, era purtroppo morto da circa un anno, come si vede anche dalle foto aeree. Era uno scheletro ormai. E poteva essere pericoloso. Gli altri alberi, molto più piccoli, sono stati tagliati da ERSAF in ottemperanza ad un decreto di lotta obbligatoria contro il tarlo asiatico, dopo diversi anni di controlli e dopo averle, sostanzialmente, provate tutte. I sistemi di prevenzione contro il tarlo asiatico sono in corso. Capisco la necessità di tutelare la natura, ma questo va proprio in questo senso. Gli abbattimenti erano obbligatori e motivati dalla necessità di contenere il tarlo, evitando scenari peggiori. Legambiente era comunque stata avvisata per tempo».