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Sindaci al Pirellone per il servizio ferroviario, ma il loro treno non c’è

Disagi dei pendolari toccati con mano dai primi cittadini del Patto dei sindaci per l'Alto Milanese - Tornano ad alzare la voce anche i pendolari

Treni in ritardo e sovraffollati, corse che saltano, infrastrutture al collasso: i problemi che quotidianamente affliggono i pendolari sono ormai un ritornello ben noto.

E giovedì 15 novembre li hanno sperimentati in prima persona anche i primi cittadini della Conferenza dei sindaci dell'Alto Milanese, che, attesi al Pirellone proprio per discutere della situazione del trasporto ferroviario, a Milano erano intenzionati ad andarci in treno. Ma una volta arrivati in stazione hanno scoperto che la loro corsa era in ritardo di venti minuti, e quella successiva era stata cancellata. Con il risultato che in Regione alla fine i sindaci ci sono andati in auto. Un «episodio emblematico, soprattutto pensando a chi con questi problemi deve convivere tutti i giorni e si trova nell'impossibilità di arrivare in orario al lavoro o a lezione», come ha sottolineato il presidente del Patto dei sindaci Walter Cecchin.

«La situazione è quella che da parecchio tempo viene segnalata dai pendolari – spiega Cecchin –. Le criticità nascono dalle motivazioni che ormai tutti conosciamo: mancano i treni, c'è una carenza infrastrutturale e tutto questo fa sì che qualsiasi imprevisto congestioni la tratta. La cosa più preoccupante è, nonostanete l'investimento da 1,6 miliardi per l'acquisto di nuovi treni, i risultati non si vedranno prima del 2020. Senza contare che i nuovi convogli non risolveranno le criticità della linea S5, dove il problema è prima di tutto l'infrastruttura: con due binari far passare quel volume di traffico è insostenibile».

I volumi di traffico di "casa nostra", in effetti, sono di tutto riguardo: si parla di «65mila passeggeri al giorno sulla tratta S5 e 45mila sulla tratta S6». E per ovviare ai guai quotidiani del trasporto su ferro, la proposta dei sindaci è puntare sugli autobus: «Sappiamo che prendere in considerazione questa idea sarà difficile, anche perchè è costosa, ma fino a quando non viene trovata una soluzione si potrebbe sopperire con gli autobus, magari attraverso corse aggiuntive in direzione di Milano – ha concluso il primo cittadino di San Giorgio su Legnano –. Dato che è anche in previsione un aumento del numero dei viaggiatori nel prossimo futuro, è necessario far presente alla TPL che arretrare il capolinea degli autobus che arrivano a Cadorna sarebbe un ulteriore passaggio negativo per i pendolari».

In questi giorni, dopo la risoluzione approvata dal Consiglio regionale lombardo e l'incontro del governatore Attilio Fontana con il ministro Toninelli, anche il grido di allarme dei pendolari è tornato a farsi sentire. «La prospettiva di dover passare il prossimo inverno con questa situazione è insostenibile per i quasi 800mila cittadini lombardi che utilizzano il servizio ferroviario regionale – hanno ribadito i rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale del trasporto pubblico locale –. Chiediamo pertanto sin da ora l’attuazione di misure urgenti in grado di ridurre significativamente i disagi odierni. […]. La situazione è grave e può essere risolta solo se tutti i soggetti coinvolti si assumono le proprie responsabilità e si impegnano al fine di lasciare alle spalle un passato di disagi».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Novembre 2018
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