Convenzione Sodalitas, il Tribunale dà ragione a Palazzo Molteni
Il "verdetto" delle toghe bustocche scrive la parola fine, salvo ricorso, sull'annosa vicenda del rinnovo della convenzione con Sodalitas per il terreno di via Deledda
«Questa sentenza ci dà totalmente ragione, è una conferma della correttezza del nostro agire». Il sindaco di Busto Garolfo Susanna Biondi non nasconde la sua soddisfazione per la sentenza del Tribunale di Busto Arsizio che lo scorso 19 settembre ha scritto la parola fine sull'annosa vicenda legata al rinnovo della convenzione con Sodalitas per il terreno di via Deledda, dopo un procedimento giudiziario durato due anni, preceduto da un biennio di trattative fuori dalle aule giudiziarie e da un ricorso al TAR.
La convenzione tra Sodalitas e Palazzo Molteni era stata stipulata nel 1994 e prevedeva la concessione alla onlus da parte del comune del diritto di superficie sul terreno di via Deledda, dove la cooperativa ha costruito e gestisce una residenza sanitaria assistenziale. La concessione, di durata ventennale, a norma della convenzione avrebbe potuto essere rinnovata per altri 20 anni con un preavviso di dodici mesi prima della scadenza.
Ma, dopo che Sodalitas aveva manifestato l'intenzione di rinnovare la convenzione, tra la onlus e il comune si era aperta la diatriba: l'amministrazione, infatti, con il supporto della stima appositamente effettuata dall'Agenzia delle Entrate, aveva quantificato il corrispettivo per la prosecuzione della concessione in 1.494.500 euro, mentre secondo la cooperativa il comune non avrebbe potuto stabilire parametri di valutazione del corrispettivo diversi da quelli previsti dal provvedimento concessorio originario, che avevano portato nel 1994 a fissare la cifra a poco meno di 90 milioni di lire. Con il risultato che l'offerta formulata dalla onlus è stata ritenuta dall'amministrazione «anacronistica e irrispettosa della cittadinanza di Busto Garolfo».
Così la cooperativa ha trascinato Palazzo Molteni prima davanti al TAR, che ha rinviato la giurisdizione in capo al giudice ordinario, e poi davanti alle toghe bustocche. Dove ha contestato non solo i criteri deliberati dal Parlamentino bustese per la rideterminazione del corrispettivo, ma anche l'inclusione nel calcolo del corrispettivo del valore della costruzione. Oltre, poi, a puntare il dito contro l'esistenza di errori matematici e di stima del bene nel corrispettivo determinato dall'Agenzia delle Entrate (la valutazione, peraltro, secondo la cooperativa avrebbe dovuto essere demandata all'ufficio tecnico del comune e non all'Agenzia delle Entrate).
Il Tribunale di Busto Arsizio, però, ha stabilito che Palazzo Molteni non avesse alcun obbligo di attenersi ai parametri previsti del documento sottoscritto nel 1994 per determinare l'entità del corrispettivo per il rinnovo, così come ha ritenuto corretta l'inclusione della costruzione realizzata dalla onlus nell'oggetto del diritto di superficie. Le toghe di largo Giardino, infine, hanno escluso la presenza di vizi nella stima dell'Agenzia delle Entrate, senza contare che le tecniche di calcolo utilizzate dall'amministrazione sono per la magistratura in ogni caso incensurabili, dato che si tratta di una scelta rimessa all'autonomia del comune.
«Il giudice – commenta il sindaco Biondi – […] ci ha legittimato a chiudere la questione nella quantità e nei modi stabiliti, cosa che faremo con sollecitudine, proponendo a Sodalitas la convenzione sulla base delle indicazioni stabilite dal Tribunale e corrispondenti alle stime che a suo tempo avevamo sottoposto a Sodalitas. Ancora una volta i fatti dimostrano che la nostra amministrazione ha agito nel migliore dei modi, nell'interesse del comune e dei cittadini, opponendosi alla supponenza arrogante e provocatoria di Sodalitas che probabilmente pensava di poter imporre il proprio volere nonostante l'evidenza dei fatti e vanificando, con atteggiamenti spesso irriverenti nei nostri confronti, tutti i tentativi di conciliazione».
«Per amore di verità – conclude la prima cittadina – va detto che, durante questo complesso e virtuoso percorso, che puntava a garantire il rispetto dei diritti della cittadinanza di Busto Garolfo, non abbiamo mai ricevuto il sostegno delle opposizioni che, al contrario, in questi quattro anni hanno più volte criticato la nostra azione contrapponendo, a seconda delle parti, proposte di dubbia applicazione o posizioni morbide e accondiscendenti nei confronti di Sodalitas che, se adottate, avrebbero prodotto minori benefici per il comune e grossi vantaggi per il privato. Ora, a partire dal positivo riscontro di questa sentenza, lavoreremo per chiudere la trattativa acquisendo il giusto risultato economico e assicurando a tutti i soggetti "deboli" coinvolti in questa vicenda, (gli ospiti e i lavoratori che operano nella struttura) le giuste tutele».
Ora per Sodalitas, al netto dell'ipotesi di ricorrere in appello contro la pronuncia, si aprono due vie: rimettersi al tavolo con l'amministrazione o decidere di fare un passo indietro e rinunciare alla stipula della convenzione.
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