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Accam, Comitati e M5S in presidio: “Basta fare cassa sulla salute dei cittadini”

 Paragone: "Vogliono svendere l'impianto ai privati" - Congelata la decisione sullo slittamento della chiusura al 2027 di Accam - La società resta in house.

AGGIORNAMENTO 29 SETTEMBRE: 

Congelata la decisione sullo slittamento della chiusura al 2027 di Accam: il piano industriale presentato all'assemblea dei soci la sera del 28 settembre, dovrà prima passare nei vari consigli comunali. 

L’assemblea dei soci, che si è riunita venerdì 28 settembre, ha invece votato affinchè la società  resti in house, con alcuni punti fermi: il fatturato dei soci, che dovrà essere preponderante, il servizio, che dovrà essere di interesse pubblico, le tariffe per il conferimento, che dovranno essere calmierate, e lo statuto (approvato in assemblea), che deve essere in linea con quanto previsto dalla legge. 


«La volontà è quella di spostare la chiusura dell'inceneritore al 2027 per salvare Accam dal fallimento. Se esce ancora un billancio in rosso, la società fallisce. Detto ciò, da settimana prossima gli scenari alternativi per il futuro verranno analizzati e studiati  per capire quali saranno i migliori. Io non credo ce ne siano, ma Busto rappresenta il 18% della società e nemmeno tutta la maggioranza è d'accordo con me». Il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli ha incontrato il fronte no Accam in presidio all'ingresso del Comune prima di raggiungere l'assemblea dei soci chiamata ancora una volta a decidere (a porte chiuse) le sorti del termovalorizzatore di Borsano. Decisione che appare quasi scontata con i tre sindaci di maggioranza (Busto, Legnano e Gallarate) propensi per lo spostamento della chiusura al 2027. Il dibattito piuttosto acceso è avvenuto con Michele Palazzo, consigliere castellanzese e, più pacato, con Oreste Magni del Comitato.

Insieme ai rappresentanti dei comitati, onorevoli e consiglieri del Movimento 5 Stelle la cui visone sulla gestione dei rifiuti, si sà, va verso l'economia circolare. Pur essendo al Governo, però, poco possono fare per fermare la decisione che resta nelle mani dei sindaci soci. 

L'onorevole Nicolò Invidia peresenterà una interrogazione in commissione ambiente per verificare la coerenza dei piani industriali di Accam: «Come M5S – ha dichiarato – ribadiamo la nostra posizione favorevole alla chiusura nel 2021 con la realizzazione della Fabbrica dei Materiali in sostituzione all'impianto attuale». Progetto quest'ultimo, tral'altro, già presentato e fallito nel 2015. Tra i manifestanti anche Pierluigi Paragone, il quale vede la privatizzazione nel futuro di Accam: «Il mio retaggio da giornalista – ha detto Paragone – mi fa pensare che si vuole fare cassa coi rifiuti sulla salute dei cittadini. Vogliono forse svenderlo ai privati mascherando un'operazione finanziaria da operazione industriale». E a rimetterci saranno i cittadini: «Dall’incenerimento resta un 18-20% di ceneri e fanghi che poi finiscono in discarica comunque», è stato l'intervento più tecnico di Roberto Cenci, consigliere regionale pentastellato.

Da Legnano era presente l'ex consigliere comunale Giuseppe Marazzini, da sempre vicino alle tematiche ambientali. Arrivato anche l'onorevole pentastellato legnanese, Riccardo Olgiati. Presente anche la ex senatrice del Movimento 5 Stelle, Laura Bignami,

Intanto nella sala esagonale i rappresentanti dei Comuni hanno discusso sul futuro della società. Alla stampa è stato vietato di partecipare.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Settembre 2018
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