Rescaldina, niente commissione di indagine per via Sormani
Le opposizioni avevano chiesto una commissione di indagine per accertare eventuali responsabilità nella vicenda legata alla concessione in gestione dello stabile di via Sormani
Non verrà istituita una commissione di indagine per «l'accertamento di eventuali responsabilità che abbiano potuto produrre un danno all'ente comunale» a seguito della vicenda legata alla concessione in gestione dello stabile di via Sormani.
La richiesta di una commissione arrivava dai banchi dell'opposizione, che dopo il passaggio della vicenda in commissione controllo e garanzia avrebbe voluto un ulteriore step di verifica con una commissione ad hoc.
La questione relativa allo stabile di via Sormani risale a fine settembre 2016, quando era stato approvato il bando da aggiudicarsi con procedura ristretta – dopo un precedente avviso pubblico esplorativo per manifestazione d'interesse a cui avevano risposto cinque potenziali "candidati" – per la concessione in gestione della struttura per due anni, prorogabile per altri due.
Dei cinque soggetti invitati a partecipare alla gara, però, solo due avevano effettivamente deciso di farsi avanti, e solo uno di questi era effettivamente stato ammesso in gara, diventando poi l'aggiudicatario provvisorio. Una determina risalente a maggio dello scorso anno, poi, aveva disposto l'inefficacia dell'aggiudicazione definitiva dal momento che in seguito ai controlli era emerso che la ditta aggiudicataria non possedeva i «requisiti di carattere generale al momento della presentazione dell'offerta». Da lì la questione era passata nelle mani del TAR, chiamato a dirimere la vertenza nata dall'impugnazione della determina da parte della ditta aggiudicataria. La sentenza scaturita dal giudizio davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia aveva disposto l'annullamento della determina "della discordia", ma aveva rigettato la richiesta di risarcimento del danno avanzata dalla ricorrente.
La richiesta di una commissione di indagine però non ha ottenuto il placet della maggioranza. «Se le minoranze hanno qualche dubbio sulle responsabilità – ha sottolineato Gilles Ielo –, penso che abbiano a disposizione altri canali: la commissione di indagine a nostro avviso non è lo strumento adeguato per poter operare un controllo su una vicenda che è stata del tutto trasparente, visto gli atti pubblici a disposizione».
La commissione di indagine non è lo strumento giusto nemmeno secondo il sindaco Michele Cattaneo, che a margine della seduta consiliare ha spiegato che «capita che decisioni prese dai tecnici causino una resistenza del privato ed un conseguente ricorso al Tribunale Amministrativo, che si è già espresso senza riconoscere una quantificazione di danni al privato. I consiglieri comunali hanno tutti gli strumenti, possono ricorrere anch'essi al TAR, possono trasmettere gli atti alla Corte dei Conti. Per queste cose, per i dubbi di legittimità esiste la magistratura. Il gioco delle opposizioni è di fare parlare i giornali insinuando dubbi nei cittadini, dubbi che possono tranquillamente essere dipanati dalla magistratura amministrativa o contabile».
Il "no" di Vivere Rescaldina ha lasciato più di una perplessità tra le opposizioni. «Rimaniamo un po' stupiti di questa risposta – ha commentato il consigliere Bernardo Casati –: se abbiamo chiesto una commissione di indagine è perché era l'unica commissione che potesse intervenire e fare verifiche su quelle che sono le responsabilità».
«Il voto non favorevole da parte della maggioranza era nell’aria – gli ha fatto eco l'ex primo cittadino Paolo Magistrali –. Poteva essere l'occasione per ragionare al nostro interno su alcuni elementi, approfondirli ulteriormente e, o individuare delle responsabilità specifiche, o ritenere che il comportamento di chi ha agito in quelle situazioni era assolutamente legittimo. Non è detto che l'iter della commissione avrebbe per forza di cosa individuato delle responsabilità. Poteva essere un elemento per chiarire davvero: non costituirla lascia un’alea di sospetto in senso lato».
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