Incendio alla Rmi di Lainate: fu causato da autocombustione
Secondo il consulente del tribunale il rogo scoppiato lo scorso mese di luglio alla Rmi di Lainate non aveva origine dolosa
Non si è trattato di origine dolosa, ma di un incendio generato dall'autocombustione dei rifiuti stoccati nell'impianto: questo è emerso da una consulenza che aveva cone oggetto il rogo che si è sviluppato il 26 luglio scorso – tra Arese e Garbagnate e Lainate – nella fabbrica della Rmi, Rottami Metallici Italia, dove viene prodotto il rifiuto denominato «fluff», costituito dalla parte non metallica dei rottami ferrosi lavorati. L'esperto nominato dal pm di Milano Silvia Bonardi, titolare dell'inchiesta, vale a dire l'ingegner Massimo Bardazza, è infatti arrivato a queste conclusioni. Il pma evav aperto l'inchiesta sospettando l'incendio doloso solo pochi giorni dopo l'evento, affidando da subiuto l'incarico a Bardazza: allora per spegnere l'incendio erano intervenute ben 12 squadre dei vigili del fuoco.
Gli inquirenti dovranno ora accertare se la Rmi abbia rispettato le procedure di stoccaggio e se quei rifiuti potevano essere depositati all'interno della struttura poi andata a fuoco. Il fascicolo passerà ora al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del dipartimento che si occupa di ambiente e salute.
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