RSA San Remigio, sindacati e dirigenza a tavolino
Incontro "distensivo" tra il sindacato UIL-FPL e la direzione della struttura - Il presidente Marco Porta torna sui rumors di maltrattamenti nella struttura
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Prove tecniche di "raffreddamento" per l'"autunno sindacale" della RSA San Remigio di Busto Garolfo, dove nelle scorse settimane c'era stato qualche scricchiolio nei rapporti tra la direzione e la sigla sindacale UIL-FPL (qui il servizio), già salita agli onori delle cronache nello scorso mese di maggio per la "battaglia" contro il licenziamento – poi revocato (qui il servizio) – della coordinatrice infermieristica della struttura (qui il servizio).
Ieri, lunedì 6 novembre, infatti, sindacati e direzione si sono messi a tavolino per discutere della situazione e l'incontro sembra aver avuto tutti i contorni di una distensione.
«Durante l'incontro – spiegano dalla sezione UIL-FPL territorialmente competente –, abbiamo trattato a 360° il clima che si respira nella struttura, parlando delle contestazioni rispetto alle quali avevamo esposto le nostre perplessità nelle scorse settimane e di tutte le problematiche che riteniamo vadano affrontate. La direzione della RSA si è dimostrata disponibile al dialogo e ci siamo lasciati con una posizione di sintesi ed un obiettivo comune: normalizzare la situazione».
«L'incontro è stato proficuo – è il commento di Marco Porta, presidente della fondazione "Il Cerchio" Onlus che gestisce la struttura assistenziale – e ha evidenziato un atteggiamento produttivo e costruttivo da entrambe le parti. Da parte nostra, l'obiettivo di normalizzare la situazione trova la massima condivisione».
Il numero uno della fondazione "Il Cerchio", poi, in "versione pompiere", è tornato sui rumors di maltrattamenti all'interno della struttura che si sono rincorsi nelle ultime settimane: «Sono state portate alla nostra attenzione alcune situazioni che definirei "poco simpatiche" su fatti successi oltre un mese prima della segnalazione. Non avevamo la possibilità di verificare direttamente e quindi abbiamo deciso di presentare un esposto in Procura affinchè sia chi di dovere ad indagare: abbiamo agito principalmente a titolo cautelare. Da parte nostra abbiamo incrementato i controlli, ma non abbiamo rilevato nulla di particolare. Anche dalla Procura non abbiamo più saputo nulla».
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