Nuovo teatro di Rho, i dubbi di Rifondazione
L'intitolazione a Roberto De Silva, l'accordo tra Comune e impresa e i nuovi volumi...
Il nuovo teatro non è ancora in piedi ma lo sono già i dubbi. Rifondazione Comunista, dopo l'articolo uscito su "Rho città", dice la sua sulla questione della nuova casa della cultura che sorgerà nell'area ex Diana De Silva situata tra corso Europa e le vie Castelli Fiorenza e Dante.
Al circolo Geymonat di Rho non piace la scelta di dedicare la nuova struttura «a un certo “Roberto De Silva”». «In genere i teatri vengono intitolati a persone che hanno portato un contributo significativo all'arte e alla cultura, oppure che hanno avuto un rilievo particolare nella vita culturale della città – l'opinione di Rifondazione -. In questo caso, con il dovuto rispetto, ci sembra che il signore a cui verrà intitolato il teatro civico non abbia avuto nessuna di quelle due caratteristiche. Quando, tra qualche anno, qualcuno ci chiederà chi era questo “Roberto De Silva”, la risposta più semplice sarà dire che era “quello che ci ha messo i soldi” per costruire il teatro. Ma anche in questo caso la risposta sarà sbagliata perchè una gran fetta dei soldi ce l'abbiamo messa tutti noi, cittadini di Rho. L'opera, infatti, viene costruita “a scomputo oneri”, vale a dire utilizzando i soldi che la proprietà avrebbe dovuto versare al Comune secondo quanto previsto dalla legge. Questa scelta, fatta dall'amministrazione Romano, ha tolto risorse a possibili progetti di riqualificazione della città (ex-scuola Marconi di via De Amicis, mercatino comunale, etc)».
Ma non è solo la scelta dell'intitolazione del nuovo teatro a scatenare le perplessità di Rifondazione. «La seconda novità è quella che riguarda la gara che dovrà essere effettuata per scegliere l'impresa che dovrà effettuare i lavori – continua Rifondazione -. Nella prima versione dell'accordo tra il Comune e la Bracco RE, era il Comune a indire la gara, mentre adesso questo compito verrà lasciato alla Bracco RE. Dunque la scelta dell'impresa che realizzerà una struttura pubblica verrà effettuata da un soggetto privato. Qualcuno è in grado di spiegare i motivi di questa scelta, di questa vera e propria abdicazione del ruolo del soggetto pubblico, il Comune, che rappresenta tutti i cittadini?».
«La terza – concludono dal circolo rhodense – è l'abbattimento della palazzina uffici e la redistribuzione dei volumi sugli edifici previsti dal piano integrato di intervento. Tenendo conto del fatto che con i volumi previsti prima di questo ulteriore ampliamento si andavano a realizzare edifici di otto piani, a che altezza arriveranno le nuove costruzioni? E quale sarà l'ulteriore utile per i costruttori che avranno a disposizione spazi nuovi e di maggior valore immobiliare?».
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