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Un nuovo futuro per l’ex cava di Terrazzano

Il progetto finanziato dalla Regione potrebbe portare al recupero dell'area di 65mila metri quadri

Un nuovo futuro per l'ex cava di Terrazzano. È questa la volontà emersa durante l'assemblea, alla quale hanno partecipato rappresentanti del Comune, di Legambiente e Davo, che si è svolta nel tardo pomeriggio di venerdì 25 novembre al CentRho di piazza San Vittore.

L'ex cava situata vicino alla storta del torrente Lura, più o meno all'altezza della barriera autostradale di Terrazzano, nella sua storia, è stata una anche una discarica poi abbandonata. Uno spazio, comunque, monitorato da anni e nel quale, a causa dell'innalzamento della falda, si è creato un vero e proprio laghetto di importanti dimensioni. L'area, complessivamente, ha una superficie di 65mila metri quadri e grazie alla bonifica, alla rimozione dei rifiuti e alla messa in sicurezza idro-geologica potrebbe tornare a essere fruibile dalla cittadinanza e diventare un polo di attrazione per i rhodensi.

"L'ex cava di Terrazzano compare come voce nei bilanci delle amministrazioni comunali rhodensi da vent'anni. Sembrava essere una situazione irrisolvibile e in attesa di sistemazione. Questo momento potrebbe finalmente essere arrivato grazie all'apertura mostrata da diversi settori di Regione Lombardia. Siamo ottimisti e crediamo nel passaggio a un progetto reale che possa restituire alla cittadinanza uno spazio che, ora, è in sofferenza" ha sottolineato l'assessore all'Ecologia Gianluigi Forloni.

Una situazione da risolvere: la falda acquifera infatti, dal febbraio 2007, si è innalzata di ben cinque metri e ha anche cambiato la sua direzione. La sua qualità, comunque, viene monitorata da Arpa che ha evidenziato la presenza di triclonometano e tetracloroetilene in valori superiori a quelli consentiti per legge. Tre i tipi di rifiuti, sommersi dalle acque o meno, presenti nell'ex cava, come già chiarito dal sopralluogo dell'Ussl del 1987: terreni da scavo con frammenti laterizi; materiali di demolizione con vetri e plastiche; morchie di verniciatura e altri rifiuti industriali.

L'architetto Fabrizio Monza ha poi illustrato il progetto riguardante il recupero di questo importante spazio. "Bisogna inserire questo spazio, ora un non-luogo, nel contesto agricolo e riorganizzare gli orti già presenti nelle sue vicinanze come elementi di presenza e punto di svolgimento di attività culturali e didattiche. Essi dovranno essere accessibili anche dai diversamente abili. Nell'area nascerà anche un invaso in grado di raccogliere le acque del torrente Lura, prima di inviarle al canale scolmatore, durante le sue piene. Nell'ex cava, inoltre, verranno piantate delle siepi e un frutteto e, intorno a essa, vi saranno dei percorsi con un tappeto rustico fiorito. In questo spazio potranno anche vivere diverse specie animali e un pannello informativo permetterà a tutti di conoscerle e riconoscerle. L'idea è quella di installare anche una siepe sensoriale didattica che, grazie alla vista del colore, al tatto e al suo profumo, potrà dare sollievo a chi soffre di Alzheimer e insegnare ai bambini a conoscere le varie piante".

Il progetto di recupero, dal valore di venti milioni di euro, durerà tre anni. Cristina Passoni ha poi spiegato come si svolgeranno i vari lavori, grazie ai mezzi che raggiungeranno l'area dalle vie San Bernardo e Terrazzano: "Dobbiamo garantire che l'acqua di falda non entri in contatto con quella della vasca di laminazione del Lura, che verrebbe costruita grazie al terreno preso nelle vicinanze. La vasca, riempita con tubi in calcestruzzo con la capacità di due metri cubi al secondo, si potrebbe svuotare completamente entro due o tre giorni. La falda, invece, potrebbe essere abbassata gradualmente o attraverso la costruzione di alcuni pozzi".

 

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Pubblicato il 26 Novembre 2016
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