Quantcast

Non solo Ndrangheta nel Rhodense

La tesi di laurea di Davide Grossi ripercorre la storia della malavita locale

Nuova seduta per la commissione Antimafia e legalità presieduta da Yasmine Bale nel tardo pomeriggio di mercoledì 23 novembre. I commissari Chiara Carli, Federico Bindi e Marco Tizzoni hanno dedicato la riunione che si è svolta nel municipio di piazza Visconti ad analizzare gli arresti avvenuti durante l'operazione "Six Towns", che ha portato all'arresto di trentasei persone che dovranno rispondere delle accuse di associazione di tipo mafioso, omicidio, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, favoreggiamento nei confronti di alcuni latitanti, ricettazione e violazione in materia d'armi. Un'operazione che ha toccato da vicino anche Rho. La nostra città era infatti il centro del mercato locale dello spaccio grazie al ruolo svolto dai rhodensi che appartenevano alla ndrina di Belvedere Spinello (leggi anche: Mafia in Calabria, arrestati anche rhodensi). "Ringraziamo ancora le forze dell'ordine e i magistrati che hanno scoperto tutto lo sporco che c'era" ha sottolineato la presidentessa Bale. La stessa si è poi confrontata con gli altri commissari riguardo alle prossime iniziative della commissione Antimafia e legalità. A questa operazione potrebbe essere dedicata un'assemblea pubblica che si terrà nelle prossime settimane. Probabile anche lo svolgimento di una commissione congiunta a quella di Regione Lombardia.

I commissari hanno poi ascoltato l'esposizione di Davide Grossi, laureando in Scienze politiche e autore di una tesi sulla presenza della storia della criminalità organizzata nel Rhodense. "La Ndrangheta è l'organizzazione malavitosa che è da più tempo radicata nel Rhodense e si è da sempre dedicata allo spaccio e al movimento terra. Tutto iniziò nella prima metà degli anni Settanta col soggiorno obbligato a Cornaredo del boss Giuseppe Manzaferro, che subito intavolò dei rapporti con gli altri esponenti della Ndrangheta per favorire la nascita del primo clan e delle 16 locali, tra le quali quella di Rho. Diverse operazioni, nei primi anni Novanta, portarono all'arresto di Manzaferro e dei principali esponenti. Altri soggetti come la famiglia Oliverio presero poi il suo posto, dopo aver lasciato la Calabria in seguito a una faida. La locale di Rho venne riattivata solo all'inizio degli anni Duemila, ma non grazie alla famiglia Oliverio, che aveva rifiutato la proposta. Rimasero comunque a Rho per fare degli affari, ma il gruppo venne guidato dai Sanfilippo. Il collettivo venne indebolito dai cinque arresti durante l'operazione “Infinito”, che rivelò anche alcuni rapporti tra gli ndranghetisti e i Carabinieri. A Rho, secondo una stima, ci sarebbero ancora 15 soggetti attivi, nonostante l'indebolimento apportato alla locale”.

Lo studente ha poi analizzato la presenza di altri gruppi malavitosi nel Rhodense. "La Camorra usa il Nord Italia per riciclare il denaro sporco proveniente dal narcotraffico. Significative anche le presenze della mafia albanese, di quella maghrebina e di quella nigeriana che si stanno strutturando come quelle italiane, che loro considerano un modello vincente. Il loro business riguarda la prostituzione, lo spaccio, le rapine e il traffico di esseri umani".

"La famiglia Oliverio potrebbe avere ancora diverse proprietà attive a Rho e mi auguro che il Comune e le forze dell'ordine riescano a individuarle. Questa pagina, come quella che riguarda il caso Addisi, è triste per la nostra città. La precedente fu addirittura inquietante perché dimostrò l'esistenza di contatti diretti tra politici, e non solo, ed esponenti di primo piano della criminalità organizzata come la famiglia Mancuso" ha sottolineato Marco Tizzoni, capogruppo di Gente Di Rho.

Redazione
info@legnanonews.com
Noi della redazione di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 24 Novembre 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore