Accam: la posizione di Castellanza in consiglio comunale
I consiglieri di minoranza hanno presentato una mozione, segnalando problematiche ambientali ed economiche in caso di chiusura nel 2021...
Il prossimo consiglio comunale, che si terrà in biblioteca probabilmente venerdì 25 novembre, si preannuncia anche questa volta ricco di temi caldi come la questione di Accam (leggi qui gli ultimi sviluppi). I consiglieri Romeo Caputo, Marinella Colombo, Angelo Soragni, Paolo Colombo, Giovanni Manelli e Michele Palazzo hanno presentato una mozione con la quale chiedono che il Consiglio Comunale «si pronunci e solleciti l’amministrazione comunale a verificare attentamente che la scelta politica non peggiori la salute delle persone e dell’ambiente, e che non ci siano ulteriori costi aggiuntivi per la comunità tra la soluzione di chiusura dell’impianto nel 2017 o al 2021» si legge nella mozione.
L'opposizione, in vista della riunione del 27 ottobre in cui si dovrebbe decidere la data di chiusura, sottolineano le problematiche che potrebbero derivare da una chiusura anticipata o meno del sito di Borsano, chiedendo pertanto alla giunta opportune verifiche in merito. «In primo luogo la salute dei cittadini – spiegano i consiglieri nella mozione -. All’incontro con i responsabili di Accam ci è stata prospettata l’immagine di un inceneritore i cui fumi non sono peggiori di quelli di un’auto a gasolio, ma non ci è stato detto allo scarico di quante auto equivale l’inquinamento prodotto dallo scarico in atmosfera di Accam. Se esso fosse equivalente ad 1 milione di auto diesel, esso sarebbe un dato che ci farebbe dormire sonni tranquilli?»
Il problema sarebbe di tipo ambientale, ma anche economico: «L’azzeramento del valore della partecipazione in Accam dovuto alla chiusura al 31/12/2017 non darebbe problemi finanziari. Si sa che comunque il valore di tale partecipazione non sarebbe mai rimborsato. Tale partecipazione ha senso se la gestione di ACCAM fosse più virtuosa di altre e pertanto consentisse una spesa inferiore per il Comune rispetto al costo di altre alternative di smaltimento».
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