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Dipendenti Accam: “Trattati come rifiuti”

 La lettera dei dipendenti Accam dopo l'assemblea del soci del 13 ottobre...  

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei dipendenti Accam dopo l'assemblea del soci del 13 ottobre


Nel corso dell’Assemblea dei Soci del 10 ottobre, noi dipendenti di ACCAM S.p.a. abbiamo, nostro malgrado, assistito all’ennesimo deplorevole assalto al futuro di una importante realtà produttiva del territorio a supporto del servizio pubblico di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ci siamo sentiti trattati come dei rifiuti.

Noi dipendenti, non lo dimentichiamo, siamo prima di tutto cittadini delle varie amministrazioni socie di Accam Spa, pertanto, ci sentiamo trattati come merce di scambio per quelle amministrazioni che non hanno responsabilmente gestito negli anni la Società e che stanno portando questa realtà produttiva alla liquidazione sulla carta, ma più probabilmente al fallimento, senza assumersi nessuna responsabilità.

Tale decisione appare in netto contrasto con quanto dettato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 05/10/16 che inserisce l’impianto ACCAM tra le “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” nonché, la scelta della data del 31/12/2017, contrasta con le prescrizioni relative all’adeguamento del sistema di trattamento fumi che dovrà essere realizzato entro 12 mesi dalla notifica del Decreto 7153 del 21/07/2016 (avvenuta il 22/07/2016).

In merito a quanto abbiamo avuto la possibilità di ascoltare in Assemblea siamo rimasti “sconcertati” dai dubbi emersi riguardo ai costi legati alla chiusura dell’impianto, che a quanto pare, ai più dei presenti, non sono chiari; ci chiediamo se gli amministratori di una S.p.a., a maggior ragione a capitale pubblico, possano decidere di cessare l’attività, senza avere la contezza effettiva degli aspetti che tale scelta porterà ai bilanci comunali ma, cosa ben più grave, scegliendo consapevolmente di lasciare senza lavoro 30 persone e soprattutto 30 cittadini che dai Sindaci stessi dovrebbero essere amministrati e tutelati. Con l’atteggiamento assunto dai Soci nell’ultima Assemblea si stanno compromettendo le professionalità di Accam, rischiando di perdere la competenza, danneggiando ancora una volta il merito che, anziché essere tutelato dal sistema pubblico, viene nuovamente vilipendiato.

Avevamo comunque apprezzato, in tempi non sospetti, la disponibilità dimostrata da alcuni Comuni Soci, anche a seguito della sottoscrizione di un verbale di intenti con le OO.SS, di valutare attentamente tutti gli scenari ed il relativo mantenimento del livello occupazionale; ci siamo sorpresi e siamo rimasti delusi quando abbiamo realizzato che, ad eccezione di un paio di Comuni, per i Soci non siamo più una priorità da garantire ma siamo solamente un peso da eliminare, magari ricorrendo agli ammortizzatori sociali (sempre che siano effettivamente a noi spettanti).

Altro grave aspetto rilevato, che ci ha necessariamente lasciato basiti, è che, come chiaramente espresso, il futuro delle nostre vite lavorative, e di conseguenza personali e famigliari, dipenda in realtà da quanto contenuto nella mozione di rinvio votata in Assemblea, cioè dall’ipotesi di aggregazione tra due Società che nulla hanno a che fare con ACCAM e con i suoi dipendenti (ALA e Agesp), diversamente da quanto riportato in questi giorni dalla stampa.

Ribadiamo che riteniamo un nostro diritto conoscere i termini e le modalità con cui si intende intervenire a tutela del personale ACCAM, che sino ad oggi ha continuato a credere nel proprio lavoro ed ha ritenuto di doversi fidare dei propri Amministratori che, a conferma della parola data, hanno ufficialmente assicurato la garanzia della continuità della Società con altri scenari produttivi, cosa che allo stato dei fatti viene completamente messa in discussione.

Evidenziamo inoltre che siamo gravemente preoccupati anche dal fatto che, con l’ennesimo rinvio, oltre che aggravare la situazione economico finanziaria della Società, si rischia di compromettere anche la certezza degli stipendi a futuro quantomeno fintanto che la società resta in esercizio, non avendo alcuna certezza allo stato attuale che questi possano essere pagati sino all’ultimo.

È giunto ormai il momento di fornire risposte concrete a tutti gli impegni presi dai Soci ACCAM a tutela dei loro dipendenti.

Riteniamo di non dover subire, a seguito di decisioni politiche, conseguenze negative a svantaggio in termini occupazionali e quindi qualunque sia la scelta che i Soci intraprenderanno dovranno essere fornite risposte inequivocabili mediante la formalizzazione di un accordo vincolante, redatto nel rispetto della normativa di settore vigente nonché del CCNL, che indichi chiaramente i tempi, le modalità e le condizioni con cui tutto il personale di ACCAM Spa, nessuno escluso, sarà impiegato nel momento in cui (speriamo di non doverci arrivare) non sarà più garantita l’operatività della Società.

I dipendenti, le Organizzazioni Sindacali FP-CGIL, FIT CISL, FIADEL che appoggiano e approvano questa lettera aperta di sconforto per le decisioni che verranno prese esortano i Sindaci coinvolti in questo disastro a trovare soluzioni positive al fine di salvare le famiglie coinvolte che hanno diritto di sapere quale sarà il loro futuro.

Busto Arsizio
I Dipendenti Accam Spa con loro RSU 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Ottobre 2016
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