Canoni gas non versati: Comuni a rischio default
Coinvolti diversi Comune della zona. A denunciare la situazione il sindaco di San Giorgio Walter Cecchin...
Distribuzione di gas, canoni non versati e comuni a rischio default: è la denuncia di Walter Cecchin, sindaco di San Giorgio su Legnano, che ha messo sotto i riflettori un serio problema che coinvolge anche altri comuni del circondario come Inveruno, Busto Garolfo, Marcallo, Bernate Ticino, Cuggiono e Nerviano.
«Ogni comune – spiega Cecchin – è proprietario delle sue reti, che vengono affidate in concessione a distributori liberi sul mercato. Nuove norme hanno stabilito che, al termine della concessione, prima di poter procedere ad una nuova gara i Comuni debbano costituire l’ATEM (una forma di collaborazione obbligatoria fra Comuni per l’individuazione di un concessionario unico, con ambiti territoriali “bloccati” definiti dal Ministero, ndr). I tempi, di conseguenza, si sono dilungati e così molti Comuni, come il nostro, si sono ritrovati a scadenza. Solitamente, in queste situazioni, gli appalti comunali proseguono alle medesime condizioni, ma in questo caso l’ordinaria amministrazione, secondo il distributore, non ha più contemplato il pagamento dei canoni e di conseguenza non ha più pagato gli affitti delle reti».
Nonostante i Comuni della zona abbiano aperto una vertenza legale con 2I Rete Gas, il distributore che usufruisce delle loro reti, a distanza di un anno non c’è ancora stata una pronuncia da parte delle autorità competenti.
E il problema non è certo di importanza secondaria: basti pensare che il solo comune di San Giorgio su Legnano, che ha circa 40 km di rete e 3000 utenti allacciati, dovrebbe ricevere un canone annuo di circa 280.000 euro, che da giugno 2015 non sta più ricevendo.
A dare manforte al primo cittadino sangiorgese anche il sindaco di Inveruno Sara Bettinelli: «La legislazione nazionale “blinda” il potere decisionale del singolo sindaco, permettendo ai Comuni di spendere solo quello che incassano. Nell’immediato, quindi, il Comune si trova di fronte alla scelta di quali servizi interrompere, ma nel breve futuro il rischio è quello di dover dichiarare default per crediti da parte del Comune». E dichiarare default, per un Comune, «significa commissariamento – ha proseguito Bettinelli –, con la conseguenza che negli anni successivi alcuni tipi di operazioni economiche non potranno essere compiuti fino a che non si ritrova una situazione di equilibrio di bilancio ed il Comune non potrà svolgere il suo ruolo all’interno della comunità».
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