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Accam (5Stelle): “Chiudere subito porterebbe risparmi sulla tariffa”

Il gruppo 5Stelle di Legnano chiede a sindaco e vicesindaco di unirsi ai 12 colleghi che chiedono lo spegnimento dei forni...

Riceviamo e pubblichiamo la posizione del M5Stelle di Legnano su Accam e gli scenari futuri in vista dell'assemblea dei soci di lunedì 10 ottobre.


Uno dei temi che più sta tenendo banco in queste ultime settimane nel dibattito politico del territorio è sicuramente quello relativo all’inceneritore ACCAM di Borsano, l’impianto che ad oggi smaltisce tutti i rifiuti indifferenziati della nostra città, bruciandoli.
Sono giorni decisivi quelli che stiamo vivendo perché lunedì i soci saranno chiamati a votare quale scenario futuro vogliono che sia messo in atto per l’impianto.
Dopo che nel maggio scorso l’assemblea aveva deliberato la chiusura all’impianto al 31/12/2017 è arrivato come un fulmine a ciel sereno uno studio di parte ed assolutamente distante dalla realtà che ha causato il clamoroso dietrofront che porterà i comuni soci di Accam a scegliere tra queste ipotesi:

1) la chiusura dell’impianto al 2021 con realizzazione di un impianto FORSU da 40 mila tonnellate nel sito di Borsano;
2) la chiusura dell’impianto al 2021 con realizzazione di un impianto FORSU da 28 mila tonnellate nel sito di Borsano (insostenibile a causa delle ridotte dimensioni dell’impianto);
3) la chiusura dell’impianto nel 2021 e la liquidazione della società.

Inutile notare come la volontà politica più volte espressa in questi anni dai consigli comunali e ribadita a maggio dall’assemblea stessa di chiusura immediata dell’impianto sia magicamente sparita dalle possibilità che si troveranno di fronte i soci. Questo a testimoniare se ancora ce ne fosse bisogno di come oramai la volontà politica democratica al giorno d’oggi conta sempre di meno perché alla fine a decidere è chi ha il potere in mano.

Tra i protagonisti di questo dietrofront non possiamo non rilevare come Legnano abbia ampiamente fatto la sua parte minacciando in diverse occasioni di far saltare il banco se non si fosse approfondito nei dettagli un piano industriale sostenibile per la chiusura al 2017. Ora il piano c’è ed è un piano che richiede uno sforzo economico non indifferente ai comuni che lo sottoscriveranno, con un impegno ventennale a conferire a tariffe ad oggi maggiori del prezzo di mercato. In particolare fino al 2021 l’RSU sarebbe conferito al prezzo medio di 105 euro alla tonnellata a fronte di un prezzo di mercato di 80/90 euro alla tonnellata, e l’umido sarebbe ritirato a 90 euro alla tonnellata a fronte di prezzi di mercato di 70/80 euro.
Tutto questo aggravio di costi che potrebbero invece essere notevolmente ridotti e che non sono contemplati nello studio sulla chiusura al 2021 si trasferiscono indovinate dove? Nella tariffa finale ai cittadini.
La chiusura immediata potrebbe portare in questi 5 anni notevoli risparmi, altro che rischio di aumenti di tariffe per ripianare la svalutazione dell’impianto!!

Capitolo FORSU: anche qui un caos totale con il nostro comune che è ben deciso a portare avanti il proprio impianto di Via Novara (dopo la assurda richiesta di 5 milioni di Euro sopraggiunta ad ACCAM da parte di AMGA per la vendita del progetto e la compensazione di tutte le spese realizzate in questi anni per quel terreno) e contemporaneamente i sindaci di Busto e Gallarate che invece sembrano altrettanto convinti nel portare avanti un altro impianto sul sito di Borsano viste le dichiarazioni apparse sulla stampa locale nei giorni scorsi in cui il sindaco di Busto definiva “la cazzata della vita” quella fatta dal nostro comune sull’impianto FORSU a Legnano.
E’ evidente che 2 impianti uguali o simili a 2 km di distanza non hanno nessun senso in un territorio che arriva a malapena alle 40 mila tonnellate di umido e soprattutto non hanno la minima sostenibilità, a meno che la scelta politica delle reciproche amministrazioni sia quella di rendere questo territorio la pattumiera di Italia.
In questo scenario si inseriscono ora anche 12 comuni di dimensioni minori che con una lettera hanno espresso proprio in questi giorni la loro volontà di rispettare quanto già votato in precedenza confermando quindi la chiusura dell’impianto al 2017. Se l’assessore Luminari pretende di tenere unita la compagine dei soci, cosa più che necessaria se si vuole evitare di andare in tribunale per il fallimento della società, la prima cosa che dovrebbe fare è unirsi a loro dando un peso sostanziale alle loro più che legittime richieste.
E lunedì nell’aula consiliare di Busto Arsizio tutte queste diverse visioni dovrebbero trovare un accordo sul futuro dell’impianto di incenerimento di Borsano.
Come Movimento 5 Stelle Legnano siamo sempre stati favorevoli alla chiusura dell’impianto al 2017 e confermiamo questa nostra volontà sperando che il buon senso ed il rispetto della salute dei cittadini (che l’indagine epidemiologica recentemente sviluppata dall’ATS ha confermato essere messa a forte rischio dalla presenza dell’inceneritore) la facciano da padrone portando così la nostra amministrazione ad allinearsi alla volontà di tutti i comuni che oggi chiedono semplicemente una cosa: il rispetto degli indirizzi votati nel recente passato.
Ma soprattutto pretendiamo dal Sindaco Centinaio e dall’assessore Luminari una spiegazione su un punto assai importante: MA CHI HA DATO LORO IL MANDATO DI VOTARE IN ASSEMBLEA UN NUOVO SCENARIO SENZA PRIMA PASSARE DALL’ORGANO SOVRANO E CIOE’ IL CONSIGLIO COMUNALE??!!

Movimento 5 Stelle Legnano

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 07 Ottobre 2016
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