2 GIUGNO 2016 – DEDICAZIONE GIARDINO A ENRICO DE NICOLA

Discorso Sindaco Alberto Centinaio

«Legnano rende oggi omaggio a colui che fu il primo Presidente della Repubblica Italiana dopo essere stato Capo provvisorio dello Stato. Ricoprì entrambi gli incarichi in un arco di tempo assai limitato, dal 28 giugno 1946 al 12 maggio 1948, eppure ha lasciato un segno significativo nella storia del nostro Paese.

Non è un caso che l’Assemblea Costituente individuò in Enrico De Nicola la persona degna di rappresentare l’unità nazionale in anni drammatici: l’Italia era appena uscita sconfitta dalla guerra ed era in ginocchio. Si trattava di trovare una persona di grande spessore morale, culturale e politico, estranea alle logiche di partito, in grado di vigilare con equilibrio sul faticoso lavoro dei padri costituenti.

De Nicola, un grande giurista di scuola partenopea, incarnava bene queste qualità. Non dobbiamo dimenticare che la nostra Carta Costituzionale è il risultato di una intelligente opera di sintesi tra diverse sensibilità politiche e culturali allora diffuse nell’Italia post bellica: quella cattolica, quella comunista, quella socialista e quella laica.

Enrico De Nicola era un vecchio liberale che aveva iniziato il proprio impegno politico ai primi del Novecento ed aveva ricoperto incarichi crescenti fino all’avvento del fascismo, quando preferì ritirarsi a vita privata. Non fu un antifascista militante e non partecipò quindi alla Resistenza, fu però un sincero democratico. L’Assemblea Costituente lo scelse prima quale Capo provvisorio dello Stato e successivamente Presidente della Repubblica.

Fu eletto entrambe le volte alla prima votazione e a larghissima maggioranza proprio perché era un uomo “ponte” tra il passato e il presente. Prevalse allora la necessità di ricucire un Paese distrutto dalla guerra. Inizio il suo mandato il 1° gennaio 1948, quando entrò in vigore la Costituzione Repubblicana, e restò in carica fino a quando il primo Parlamento democraticamente eletto secondo i criteri previsti dalla carta costituzionale non gli preferì un altro liberale, Luigi Einaudi, giudicato più europeista e al passo con i tempi.

Concludo leggendo un brano tratto da un messaggio che Enrico De Nicola inviò all’Assemblea Costituente poco dopo essere diventato Capo provvisorio dello Stato. Lo stile è un po’ retorico ma il contenuto è ancora attuale.                        

« La grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire. La nostra volontà gareggerà con la nostra fede. E l'Italia – rigenerata dai dolori e fortificata dai sacrifici – riprenderà il suo cammino di ordinato progresso nel mondo, perché il suo genio è immortale. Ogni umiliazione inflitta al suo onore, alla sua indipendenza, alla sua unità provocherebbe non il crollo di una Nazione, ma il tramonto di una civiltà: se ne ricordino coloro che sono oggi gli arbitri dei suoi destini».

Facciamo nostro questo invito nel giorno in cui celebriamo il 70° anniversario della nascita della Repubblica Italiana».

Galleria fotografica di Federica Kulka