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Bilancio di previsione: il Comune lontano dalla realtà

Le considerazioni del PD: un documento votato al "rattoppo"...

Riceviamo e pubblichamo:

Nel consiglio comunale di lunedì 14 marzo 2016 l’amministrazione di Parabiago ha approvato il bilancio di previsione 2016-18 e il DUP – Documento Unico di Programmazione, documento fondamentale che attesta le intenzioni della giunta e rende noti i relativi investimenti.
Come gruppo consigliare di centrosinistra e come Partito Democratico abbiamo messo in luce come, da questi documenti, sia facile evincere lo stile politico votato al “rattoppo” della giunta di destra parabiaghese, una prassi che manca di lungimiranza e progettualità. Per questo abbiamo deciso di opporci all’approvazione con il nostro voto negativo. 
Come capogruppo del PD, nonché come membro della commissione cultura e diritto allo studio, ho inteso focalizzare l’attenzione del consiglio e dei cittadini su una situazione che non esito a definire fortemente critica, quella delle scuole di Parabiago; nella nostra città gli spazi sono esigui a fronte di una crescita demografica continua, confermata dalla stessa amministrazione nel DUP: cresce il numero di abitanti a Parabiago e pertanto cresce la necessità di avere classi e spazi educativi consoni e sufficienti per i figli dei cittadini parabiaghesi, un fatto ovvio di cui l’amministrazione è chiaramente al corrente e rispetto al quale, ogni anno, puntualmente, risponde con soluzioni di carattere emergenziale, con equilibrismi che vanno dal ricavare classi in aule adibite a laboratorio o a biblioteca scolastica, in aule insegnanti, fino alla strategia dello spostamento di classi della scuola dell’infanzia o della scuola primaria nei plessi di altre scuole, rischiando in questo modo di decapitare il naturale percorso formativo dei nostri piccoli concittadini. 
Si tratta a nostro avviso di misure accettabili pro tempore, a fronte di emergenze, di urgenze; ma, mi chiedo, può un’emergenza durare anni? Può un’emergenza ripresentarsi, regolarmente, ogni anno? A questo punto cessa di essere emergenza e si trasforma in ricorrenza, in abitudine. A questo punto un’amministrazione deve ammettere il problema, sedersi, dialogare con i genitori, con i cittadini e con le forze politiche di maggioranza e opposizione per individuare soluzioni STRUTTURALI (del tutto assenti del piano di programmazione della maggioranza, come abbiamo sottolineato in consiglio) non già rimedi temporanei o “tappabuchi” che permettano di rimanere a galla per pochi mesi fino alla prossima circostanza “imprevista”.
È esattamente questo che è accaduto in queste ultime settimane: circa trenta famiglie si sono trovate nell’impossibilità di iscrivere i propri figli alla scuola dell’infanzia. Non c’erano posti disponibili. L’anno scorso fatti analoghi accaddero in relazione alla scuola primaria di via Brescia.
In consiglio comunale abbiamo sollevato la questione, e ci siamo sentiti rispondere che l’emergenza è rientrata, i problemi non esistono; i bimbi avranno una classe. Dove? È stata creata un’aula in via Gramsci. E l’anno prossimo? Cosa accadrà l’anno prossimo? Non resta che attendere e incrociare le dita, se la politica del Comune resta la stessa.
D’altronde, ha risposto il sindaco Cucchi, l’amministrazione non si aspettava che tante famiglie parabiaghesi decidessero di iscrivere i figli alle scuole dell’infanzia. Una risposta, a nostro avviso, di completo distacco dalla realtà effettuale e dalla vita dei cittadini che lascia del tutto a bocca aperta.
Questi sono i fatti che il centrosinistra ha voluto porre all’attenzione di tutti nella seduta consiliare di lunedì, oltre a un episodio, a nostro avviso gravissimo, occorsomi in prima persona quando, nel pomeriggio di lunedì 14 marzo, mi sono recato in Comune per assistere all’incontro in programma proprio con i genitori dei bimbi che non hanno avuto modo di iscriversi alle scuole dell’infanzia e mi sono visto intimare dal primo cittadino di allontanarmi poiché non ero stato invitato a quello che ha definito un incontro privato. 
Caro sindaco, l’aula consiliare non è il salotto di casa sua, di cui disporre privatamente. Il palazzo del Municipio è un luogo pubblico, dove incontrare la cittadinanza, riflettere sui problemi e cercare di risolverli. Mi spiace che i genitori accorsi, già di per sé comprensibilmente turbati per una questione grave che li tocca in prima persona, e tuttavia del tutto disponibili a che io rimanessi, abbiano dovuto assistere a un gesto di simile autoritarismo. 
Mi sono sentito in imbarazzo per lei, signor sindaco, dico davvero; come membro della commissione cultura intendevo unicamente assistere e ascoltare le soluzioni al problema iscrizioni. Mi sembrava naturale e pienamente conforme al ruolo che sono stato chiamato ad assolvere. 
Mi auguro che simili fatti spiacevoli non accadano di nuovo, mi auguro che, in futuro, si propenda per una politica della trasparenza e del dialogo che non si riduca alla semplice e ossessiva onnipresenza su giornali e social network con proclami populistici a sostegno di un efficientismo nei fatti inesistente. 

Giorgio Colombo, consigliere e capogruppo del Partito Democratico di Parabiago

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Pubblicato il 18 Marzo 2016
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