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Farioli sul Baff: “Difendere e garantire il futuro”

Il sindaco Gigi Farioli saluta la quattordicesima edizione del BA Film Festival, al via domani...

Il sindaco Gigi Farioli saluta la quattordicesima edizione del BA Film Festival, al via domani. Di seguito il comunicato inviato dall'ufficio stampa del Comune.


“Dove eravamo rimasti? Così cominciò una trasmissione popolare Enzo Tortora dopo qualche anno di forzato esilio dalla Rai. Così intendo rivolgermi io agli appassionati, agli amici, ai frequentatori, a tutti coloro i quali hanno reso possibile, in questi quattordici anni, la realizzazione di un sogno, di un’ambizione che molti, all’atto del concepimento, definirono velleità astrusa e fuori contesto. 

Sì, oltre quattordici anni fa, un manipolo di appassionati, accompagnati dall’intuizione maturata dalla constatazione della presenza in Città di un’altissima densità di sale cinematografiche e cineforum, lanciò il cuore oltre l’ostacolo. 

Ebbene, oggi tocca a me, per l’ultima volta da sindaco, salutare l’arrivo del BA Film Festival. Negli ultimi dieci anni, fedele come un rintocco dì orologio inserito tra il contingente e l’eterno, come un tocco di campana che richiami colti ed incliti, il Festival si è sempre misurato nel tentativo, riuscito, di coniugare cultura e divertimento, prestigio e popolarità, qualità ed intensità. Un ponte tra cuore e ragione, presente e passato, emozione ed impegno, passato e futuro. 

Sì, il futuro. Così come su quel ponte di Roma su cui, prima ancora dei lucchetti di Moccia, comparve la scritta “non c’è più il futuro di una volta”, oggi, dopo anni di crisi, di recessione, di sfiducia, di affievolimento di speranza, ciascuno è chiamato a difendere e garantire il futuro. Sì, perché questo non è fuggire dalla realtà, ma è dare ad essa un senso compiuto, nell’incontro, mai come in questi giorni percepito come eterno e cangiante, difficile e tormentato, tra generi e generazioni. E quindi quest’anno, ancora una volta, ma con più determinazione, ci inseriamo nella storia del cinema, italiano innanzitutto, con l’omaggio a ciò che del made in Italy è tutt’ora un campione, la commedia italiana con uno dei suoi più grandi maestri, Dino Risi, la commedia italiana che spesso ha avuto la capacità di descrivere il Paese più di mille testi di sociologi ed insieme ha una sua immensa profondità nell’apparente leggerezza. 

Difendere e garantire il futuro significa quindi anche difendere e garantire quel sistema cinema che si è andato consolidando in questi anni, non l’eterea connessione esclusivamente chiusa tra quattro amici al bar, qualche paillette ed improbabili red carpet, ma la capacità, la voglia, la determinazione di rimettersi continuamente in gioco, guardare la realtà con consapevolezza ed insieme disincanto, saper rideclinare al moderno e contemporaneo i vizi e le virtù di un popolo e un Paese comunque unico, e fare in modo che il sorpasso significhi metaforicamente lasciarsi alle spalle i momenti meno felici di questa contemporaneità con l’intelligenza di rivalutare i nuovi mostri nell’epoca del digitale e saper fare del sistema cinema, degli amici del cineforum, della BA Film Factory, della BA Film Commission, dell’Istituto Cinematografico un ennesimo punto di partenza, magari anche un box per un pit stop, ma non un magazzino destinato a prendere polvere. 

L’orgoglio che ci ha consentito di vincere molte sfide e di arrivare al quattordici ha per me un significato quasi allegorico. Quando iniziai, oltre quaranta anni fa, a impegnarmi nello sport, mi fu assegnata la maglia numero 14. Lo sport era la pallavolo. Uno sport che mi ha dato la possibilità di misurarmi, competere, rispettare regole, ma anche di capire che la vita non è mai legata all’azione esclusiva di un singolo. Fui un martello di successo, ma la pallavolo dimostra, anche con le sue regole intrinseche, che non si può mai toccare la palla due volte di seguito ed è indispensabile che altri la ricevano, la alzino, affinchè qualcuno possa far punto. 

Alla squadra del cinema l’augurio che continui a riconoscere che ciò che è stato folle intuizione è oggi un patrimonio da tutelare, non immiserire, far crescere, ricordando che il gesto di uno solo, anche se compiuto con entusiasmo, è per la società e la comunità, per quanto apprezzabile, una forma di vera gelosia; giocato come nella pallavolo, è un’opera di meritoria politica e servizio alla Città, con l’augurio che non scendano mai i titoli di coda”. 

Gigi Farioli, sindaco di Busto Arsizio

Redazione
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Pubblicato il 11 Marzo 2016
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