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“Ciak si gira” alle prese con una nuova fiction sulle donne

Nove donne in difficoltà si raccontano: si parla di violenze psichiche e fisiche subite nell’infanzia e non solo...

Dopo il successo dell'ultima pellicola "Chi l'ha vista?", presentato lo scorso novembre anche in Parlamento, il gruppo "Ciak si gira" ha iniziato le riprese di una nuova fiction. Per la prima volta, il laboratorio fotografico ha sede nell'Universiter di Castelllanza, ma a dirigere il gruppo, con nuovi innesti, la sempre energica regista Amalia Ignazi insieme al marito Giovanni Rossi, operatore di ripresa. A supporto del gruppo, inoltre, il Rettore di Universiter, la dottoressa Vittoria Vanzini.

Galleria fotografica

Nuova fiction "Ciak si gira", alcune scene girate a Gorla Maggiore 4 di 12

Il tema questa volta riguarda il “Pianeta Donna”, dove nove donne in difficoltà si raccontano in un gruppo di auto-aiuto: si parla di violenze psichiche e fisiche subite nell’infanzia dai genitori, ma anche da mariti e dalla società in generale. «Si pensi per esempio alla discriminazione negli ambienti di lavoro – ha spiegato la responsabile della produzione Antonella Magrì dove in molti casi, a parità di prestazioni, la retribuzione femminile è molto inferiore a quella maschile. Sono storie tragiche, toccanti e commoventi. Ovviamente sono create dalla fantasia della regista, che ha curato anche la sceneggiatura, ma traggono spunto dalle sue reali esperienze di psicoterapeuta; lei parla infatti di psico-cinema».

Ancora indefinita la data di uscita del film, che con molta probabilità si chiamera "Il DNA femminile:, Donna, Natura, Anima, svela i suoi misteri". «Il progetto vuole evidenziare anche gli aspetti negativi delle donne – racconta ancora Magrì -: competitività dettata da invidia e mancanza di solidarietà fra di loro; ma la caratteristica più deleterea è quella che contraddistingue le donne maschiliste, apparentemente paladine degli uomini, ma effettivamente dominatrici di quelli deboli e nemiche del genere femminile».

Le scene sono girate a Legnano, Castellanza, Busto Arsizio, Fagnano Olona, Cairate, Castano Primo, Gorla Maggiore. Tra le location scelte il convento di Cairate, il ponte sull’Olona di Gorla Maggiore, il carcere di Busto Arsizio. Per poter ricreare un set cinematografico in questi luoghi sono state chieste autorizzazioni al sindaco di Gorla Maggiore, al direttore del carcere di Busto Arsizio, alla Polizia Locale di Legnano, alla Comunità Educativa Casa del Sorriso di Fagnano Olona.  

Il messaggio che si vuole trasmettere a tutte le donne è quello di non subire passivamente la violenza, ma di farsi aiutare dalle agenzie preposte a risolvere problemi di questo genere: «Vogliamo  affermare la necessità di equilibrio nei rapporti tra il genere maschile e quello femminile – conclude la responsabile Magrì -, senza  prevaricazione e fondato sulla collaborazione e condivisione. Auguriamo a tutti i partecipanti, che sono veramente tanti, di riuscire in questo compito, sempre nello spirito di amicizia che si crea quando si partecipa a un progetto comune. Inoltre ci proponiamo di coinvolgere qualche politico per sollecitare una legge contro la violenza fisica e psichica sulle donne che, in una società civile, non devono essere una specie protetta dall'istituzione di una “giornata” apposita o dalla legge sulle quote rosa in Parlamento».    

La galleria fotografica si riferisce ad una scena di suicidio girata a Gorla Maggiore, dove hanno prestato sono intervenute un'ambulanza e la Protezione Civile.

Redazione
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Pubblicato il 02 Dicembre 2015
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