Si respirava un'aria da grande evento l'altra sera al ristorante "Muu" di Legnano. "Una cena importante", avrà pensato qualche osservatore esterno, vedendo più di cento ospiti riempire i due piani della sala di via Palestro. Forse si sarà anche chiesto il motivo di un tal radunarsi, di lunedì, con ancora quasi tutta la settimana lavorativa da affrontare.

Per capire il motivo bisogna guardare l'evento dall'interno. Si è trattato della quarta edizione della cena di beneficenza che ogni anno alcuni amici organizzano per il dottor Gilbert, italianizzato "Gilberto", medico camerunense formatosi in Italia, il quale ha costruito e dirige un ospedale in Africa, nel suo Paese d'origine.

Per lui è stato realizzato un capolavoro di organizzazione. La formula è molto semplice: antipasto, secondo di carne e contorno, dolce; si conversa e si fa conoscenza dei presenti, ciascuno al proprio tavolo; all'inizio e a metà cena un breve racconto sull'attività di Gilberto, che ha inviato un video per documentare come utilizza i soldi raccolti; infine, offerta libera.

Durante la proiezione, si sentono commenti che fanno intuire la larghezza di cuore dei convitati: "Quante cose diamo per scontate!", esclama una signora vedendo l'entusiasmo e la gratitudine con cui il medico del Camerun mostra le nuove piastrelle di una parte dell'ospedale, le riverniciature effettuate e le zone in cui sono necessari interventi di manutenzione. Forse anche reazioni semplici e profondamente umane come questa spiegano il grande successo della serata, sia in termini di soddisfazione – tutti sono andati via contenti di aver donato qualcosa – sia per la cifra raccolta, che è stata la più alta da quando l'iniziativa ha avuto origine.

“Ai primi tempi – raccontano gli organizzatori – mandavamo strumentazioni già pronte, ma alla fine l'operazione era più onerosa. Poi abbiamo trovato questa soluzione, semplice ma efficace. Ci fidiamo di Gilberto, lui sa molto meglio di noi come utilizzare i proventi che raccogliamo per lui”.

Quest'anno ha chiesto un contributo per costruire una "blood bank", una banca del sangue, risorsa strategica per far fronte a diversi tipi di emergenza.

In tempi di individualismo e sospetto nei confronti del prossimo, un grande esempio di amicizia, generosità e fiducia che si trasformano in opere di bene.