L'Alto Milanese vanta quattro nuovi Maestri del Lavoro, quattro uomini che si sono “particolarmente distinti per singolari meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale”. Dopo la premiazione  ufficiale in maggio a Milano, oggi (domenica 18) a Legnano la Federazione ha celebrato la 15° Giornata del Maestro del Lavoro della Delegazione di Legnano e Alto Milanese, premiando Giovanni Di Maria di Castano Primo, Luigi Mezzanzanica di Nerviano, Pier Mario Poretti di Cuggiono ed Angelo Signorelli di Legnano.

Accanto alla premiazione dei nuovi maestri del lavoro, festeggiati anche altri quattro maestri, tutti residenti a Legnano, per aver maturato un’anzianita di nomina di venti e trent’anni: Piero Cattaneo, Saverio La Volpe, Giovanni Quaglia e Giovanni Torretta. Un riconoscimento speciale è stato riservato anche alla professoressa Daniela Lazzati che, come ha ricordato Nello Persurich, capo delegazione di Legnano e Alto Milanese, "è una persona che negli ultimi 5 anni ci ha aiutato molto" e a Dario Radaelli, legnanese vincitore di una benemerenza personale per la sua lunga carriera in Alfa Romeo. Radaelli detiene ben 14 brevetti sui circa 50 totali di Alfa Romeo USA: "un'eccellenza".

In Italia ci sono circa 15mila Maestri del Lavoro, 60 dei quali nell'Alto Milanese. Un numero piuttosto basso, come ha riconosciuto Persurich, considerando l'alta industrializzazione della nostra zona. "Questo dato da un lato lusinga perchè siamo figure rare – ha commentato Persurich -, ma dall'altro non può che mostrare un aspetto negativo: nessuno ci conosce e quindi ci sono poche proposte per questa onoreficienza". La missione della delegazione è quella di promuovere i valori del lavoro attraverso progetti nelle scuole o in collaborazioni con realtà locali.

Da una donazione della delegazione cittadina si avrà presto a Legnano un museo nelle ex fonderie Tosi dedicato agli antichi macchinari industriali e a testi tecnici conservati e raccolti negli anni. Alcuni di essi, come anticipato dal sindaco Alberto Centinaio, verranno posizionati in punti strategici della città. "Quello che ci lasciano i Maestri del Lavoro è un patrimonio preziosissimo – ha affermato il primo cittadino – metteremo in rilievo questi macchinari come simbolo per dimostrare e ricordare a tutti che il lavoro è fatica e sacrificio, per ricordare alle nuove generazioni che il benessere di cui godiamo oggi deriva dalla fatica di chi ci ha preceduto".