“Quella di Dio non è una giustizia di merito, ma una giustizia d’amore”. “Dio ama, e perdona, con cuore eccedente”. “Tutto ciò che abbiamo è un dono e per questo abbiamo il dovere di restituirlo agli altri”. Sono tre delle frasi pronunciate mercoledì 25 febbraio da mons. Giancarlo Maria Bregantini, durante l’incontro svoltosi nella Basilica di San Magno, colma di persone. L’arcivescovo di Campobasso era stato invitato dall’Unità pastorale San Magno-San Domenico e dall’Azione cattolica a tenere una riflessione sulla virtù della “giustizia”.

Il vescovo, di origine trentina ma da sempre al servizio della Chiesa meridionale (prima in Calabria e Puglia, ora in Molise), è noto per essere stato un punto di riferimento per la lotta alla ‘ndrangheta e per l’educazione alla legalità. Attualmente ricopre anche l’incarico di responsabile per la Chiesa italiana della pastorale sociale, del lavoro e della giustizia.

Tra i riferimenti e gli esempi portati durante la riflessione, Bregantini ha spiegato la sua esperienza a fianco dei carcerati, ha raccontato di un incontro con i giovani svoltosi lo stesso giorno in Università Cattolica a Milano, mentre ha affermato che l’esportazione illecita di capitali all’estero per non pagare le tasse “è una vergogna” e un cattivo esempio per la collettività.

Prima di giungere in Basilica, accolto dai parroci mons. Angelo Cairati e don Marco Lodovici, Bregantini aveva fatto una tappa al monastero di clausura delle Carmelitane, in Canazza. Un incontro molto cordiale, che ha toccato innumerevoli temi dell’attualità ecclesiale, civile e culturale. Uscendo dal monastero, mons. Bregantini ha confidato ai presenti: “Sono davvero entusiasta dell’incontro, arricchente, che mi ha riempito di gioia. È una splendida comunità e i volti sorridenti delle monache mi resteranno nel cuore”.   

(foto Ac)