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Tragedia ferroviaria di Parabiago: i pendolari si raccontano

Non riescono più a prendere il treno alla stazione di Parabiago coloro che, il 18 giugno, hanno assistito al suicidio...

(g.somazzi) – Non riescono più a prendere il treno alla stazione di Parabiago. Sentono ancora i rumori e l'odore che li riporta a quella tremenda mattina quando il nervianese Francesco Aprile, residente a San Vittore Olona, ha perso la vita arrotato da un treno.

Sono ancora sotto shock i pendolari che quel tragico mercoledì, 18 giugno, hanno assistito al terribile incidente ferroviario.

Da quel giorno c'è chi è rimasto così scosso da non riuscire più a dormire serenamente la notte e vive come in un "loop", rivedendo nella mente i fatti accaduti.

È questo lo stato d'animo espresso da alcuni testimoni che hanno voluto partecipare alla serata "Incidente in stazione: quale aiuto dopo il trauma?", organizzato dall'amministrazione comunale di Parabiago in collaborazione con Sipem (Società italiana di psicologia dell'emergenza) per dare supporto a coloro che in quel momento stavano attendendo il treno e hanno pertanto assistito in diretta all'episodio. All'iniziativa, tenutasi nella sala consigliare, hanno presenziato il sindaco Franco Borghi e la sua giunta.

Durante l'incontro pubblico è intervenuta la dottoressa Roberta Brivio, psicologa e psicoterapeuta del Sipem, coadiuvata dalla sua equipe, la quale ha spiegato: «Tutti coloro che erano presenti quella mattina possono aver riportato danni invisibili in quanto sono "ferite" psichiche, prodotte dalla paura provata in quel momento. A loro ricordiamo che non sono soli: possono contare sul nostro aiuto». 

A fine serata è stato consegnato a tutti i presenti un depliant con i consigli utili per affrontare i casi d'emergenza: «Questo opuscolo si propone di dare informazioni utili a tutte le persone vittime di un evento traumatico collettivo per aiutare la comprensione delle emozioni provate dalle vittime e di ridurre la possibilità che le reazioni iniziali si trasformino in possibili problemi di tipo psicologico».

Brivio ha poi dato alcuni consigli: «Non reprimete i vostri sentimenti, ma esternateli. Lasciate che i vostri figli condividano il dolore che provate. Non chiudetevi in voi stessi e date agli altri la possibilità di interagire. Non aspettatevi che i ricordi svaniscano, in quanto i sentimenti resteranno con voi per molto tempo. Cercate di condurre una vita normale e prendete tempo. Ricordatevi che non sarete più come prima. Sarete diversi, differenti da prima ma non più deboli».

Le psicologhe del Sipem si sono rese poi disponibili nel dare supporto a tutti coloro che sono rimasti coinvolti della tragedia, con colloqui e anche gruppi di lavoro: «Ricordatevi che affrontare il dolore di questa ferita conduce alla guarigione e probabilmente ne uscirete più forti e maggiormente consapevoli – ha concluso Brivio -. Chi avrà bisogno si rivolga al Comune oppure ci contatti per mail: sipesoslombardia@gmail.com».

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Luglio 2014
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