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Chimica Pomponesco: sito contaminato e da bonificare

L'area della Chimica Pomponesco (ex Montedison) a Castellanza è stata decretata "sito potenzialmente contaminato" - Il sindaco della città rassicura che il rischio sulla popolazione è minimale...

L'area della Chimica Pomponesco (azienda interna al sito ex Montedison) è stata decretata "sito potenzialmente contaminato" con decreto n. 2629 del 27 marzo 2014. Il documento contiene i risultati delle indagini svolte tra luglio e settembre 2013 inerenti la contaminazione causata dall'industria petrolchimica, come discusso in Regione durante la Conferenza dei Servizi del 26 febbraio 2014.

Oggetto dell'incontro, tenutosi a Milano a Palazzo Lombardia, è stata l'approvazione del documento "Relazione descrittiva delle attività di caratterizzazione dell'area di proprietà della Società Chimica Pomponesco". Presenti rappresentanti di Regione Lombardia, Provincia di Varese, Comune di Castellanza e Asl della provincia di Varese, mentre erano assenti il soggetto istante, la società Chimica Pomponesco, oltre a il comune di Olgiate Olona e A.r.p.a. Lombardia – dipartimento di Varese.

Secondo quanto riportato, la Conferenza di Servizi ha approvato i contenuti del documento, nel quale si accertano quali sono i composti chimici i cui valori superano le soglie di contaminazione. Le indagini sono state effettuate su 12 campioni di terreno e 3 campioni di acque sotterranee ubicati a monte e a valle dell'area.

Non sarebbero gli idrocarburi pesanti il problema, in quanto non supererebbero la soglia CSC (concentrazioni soglia di contaminazioni), mentre il fatto negativo si staglia sui valori rilevati di Formaldeide (1,5 – 2 volte il valore della soglia proposta da ISS) e di Manganese.

Alla luce dei dati emersi l'area della Spa Chimica Pomponesco è stata quindi classificata "sito potenzialmente contaminato" e di conseguenza l'azienda stessa deve adempiere alle procedure di bonifica, o altrimenti, presentare un'analisi di rischio sito specifica.

Alla luce dei dati emersi e delle considerazioni che sono state pronunciate, il sindaco di Castellanza Fabrizio Farisoglio, laureato in Chimica Industriale, si è epresso sulla situazione industriale del polo chimico: «L'inquinamento esiste da anni, – ha detto – non è una novità. Tutto il polo è inquinato. Prima la situazione era diversa perchè erano diverse le normative. La ex Chemisol ha già realizzato la barriera idraulica, così come Perstorp, mentre le altre aziende più piccole sono arrivate in ritardo quindi la Regione ha chiesto un'analisi di rischio di tutto il sito. Qui non stiamo parlando di realtà come Porto Marghera, ma parliamo di metalli pesanti residui insolubili, dove il rischio sulla popolazione è veramente minimale».

«La confederazione dei servizi – continua il primo cittadino – ha già programmato un piano di rimozione, ma chiunque viene dovrà fare la bonifica. Ma l'operazione di bonifica dell'area è altamente costosa e nessuno in questo momento se ne può prender carico. Sul territorio del polo chimico si potrebbe fare molto, dal commerciale al residenziale, anche un bel parco cittadino? Certo, ma con una tassa di scopo per tutti i comuni interessati. Sarebbero favorevoli? A Olgiate Olona il sito era occupato prevalentemente da depositi e non da industrie pesanti. Per questo è già in buona fase un piano di lottizzazione per recuperare l'area e destinarla prevalentemente ad uso artigianale,  Facile dire di bonifare il territorio, ma la realtà ci mette di fronte a problemi di tipo economico non di poco conto».

«La Manganese – conclude Farisoglio – è un metallo pesante presente anche in natura. I pozzi, grazie alla barriera, pescano acqua nello strato interno e non in quello superficiale dove l'inquinamento è presente maggiormente. La strato in superficie di tutta la città, però, è inquinato già da sè a causa dell'uomo: basti pensare allo scarico delle autovetture o delle lavatrici e altri elettrodomestici. Per non parlare dei fertilizzanti usati nel coltivare il proprio orticello». 

Dal canto suo, l'Assemblea No Elcon ha espresso il proprio disaccordo relativo alla decisione della Conferenza dei Servizi di non intervenire immediatamente con operazioni di bonifica, essendo, secondo loro, tutti interessati a «rinviare ogni bonifica nel tempo, – si legge nel comunicato – lasciar che i veleni si disperdano sempre più in profondità nel terreno e nelle falde, limitare i pochi interventi alle sole aree che potranno essere oggetto di speculazione. Bonifica che potrà essere imposta solo dalla mobilitazione della popolazione e sotto il suo controllo, altrimenti i fiumi di veleni del polo chimico distruggeranno sempre più vita e ambiente» Il commento completo cliccando qui

manuela zoni

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Pubblicato il 28 Aprile 2014
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