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COOPERAZIONE E CREDITO: UN MODELLO SOSTENIBILE PER LO SVILUPPO LOCALE

Nell'incontro settimanale del Rotary Club "Castellanza" di giovedì 30 maggio al Palace Hotel Legnano, la testimonianza del presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Scazzosi: «La mutualità è la miglior risposta alla crisi»...

«Non soltanto cooperazione e credito sono un binomio possibile, ma rappresentano la risposta ai problemi economici che stiamo affrontando, oltre che un modello sostenibile di sviluppo per l'economia locale». Così ha esordito Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate nel suo intervento alla riunione settimanale del Rotary Club Busto-Gallarate-Legnano "Castellanza", presieduto da Gian Mario Marnati. Incentrato sul tema "Cooperazione e credito, un binomio possibile", l'incontro, tenutosi giovedì 30 maggio al Palace Hotel Legnano a Castellanza, ha visto Scazzosi portare il caso di una banca locale come testimonianza di un'economia partecipata costruita dal territorio per le necessità del territorio.

Tre i riferimenti alla base del discorso di Scazzosi, che sono poi il senso concreto della parola cooperazione e la declinazione attuale del concetto di mutuo soccorso: il contributo di ognuno può diventare il beneficio di tutti; la fiducia come base di ogni rapporto fra le persone e, quindi, anche fra la banca e il cliente; la gestione del rischio d'impresa all'interno, ossia non vendendolo sul mercato o esternalizzandolo, come invece successo a livello globale con i meccanismi di finanza speculativa.

Da una breve introduzione storica della cooperazione, quella che sul finire dell'800 si è organizzata nelle casse rurali per rispondere proprio con il credito ai contadini alla grande crisi agraria, Scazzosi è arrivato al momento della fusione realizzata nel 1999 fra le Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, operazione che segna la nascita di una banca di un territorio a cavallo di due province, Milano e Varese, ma simile per tessuto economico e sociale.

«Da quel momento la Bcc è diventata uno degli attori economici del territorio dell'Altomilanese e del Varesotto, quindi interlocutore delle associazioni di categoria, degli enti locali e del mondo del volontariato -ricorda Scazzosi-; sedersi ai tavoli territoriali ha significato poter "cooperare" con più efficacia. La Bcc, non cala dall'alto i propri progetti e prodotti; prima parla con i soggetti destinatari, poi calibra, di concerto con loro, la soluzione più appropriata secondo una logica sartoriale. Sono nati in questo modo, fra i tanti progetti, gli Univa bond, Merito casa con Ance Varese e il mutuo cooperativo».

Progetti che rispecchiano la logica di un modus operandi per cui ognuno fa quello che sa fare all'interno di un progetto condiviso e pensato da attori del territorio per il territorio e che si ritrova nello spirito del secondo articolo dello statuto del Credito Cooperativo, che promuove "la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale si opera".

«Ecco cosa significa essere una banca cooperativa locale -ha sottolineato Scazzosi-; raccogliere le risorse sul territorio per ripartirle sul territorio. I concetti di prossimità, di vicinanza, di chilometro zero, che oggi sono diventati di moda, sono da sempre l'abito indossato dalle banche di credito cooperativo».

Nasce così il claim Bcc "Aiutiamoci a crescere", nella logica di fare sistema nel microsistema territoriale. «Ma perché questo possa realizzarsi serve una responsabilità diffusa -nota Scazzosi-, cioè la consapevolezza del ruolo economico e sociale che ognuno gioca nel tessuto locale e delle conseguenze che il proprio comportamento ha sul tessuto locale stesso, e una reciprocità fra i vari attori del territorio, ossia nessuno può pensare di ricevere senza dare qualcosa».

A conclusione dell'intervento il presidente ha ricordato un'iniziativa lanciata nel 2003, nell'ambito del tavolo del Nord ovest, dalla Bcc con le associazioni artigiane di Varese e Altomilanese, "Credito fiducia", per soddisfare più rapidamente la richiesta di credito. «La fiducia che sta alla base di ogni rapporto fra le persone deve essere anche alla base dell'accordo stipulato fra cliente e banca -ha chiosato Scazzosi-. Dare credito è dare fiducia ai progetti di qualcuno, credere e condividere i suoi obiettivi. Ma questa fiducia non può essere tradita, altrimenti vengono meno i rapporti, si perdono risorse e non si fa sistema. La capacità di uscire da questa difficile fase, dunque, non può che fondarsi sulla fiducia. Ci si salva, ci si sviluppa, si cresce soltanto insieme, in una logica di reciprocità, quindi di mutualismo».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 31 Maggio 2013
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