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QUANTE CRITICHE! IKEA “SCAPPA” A ORIGGIO?

Il sindaco di Cerro Maggiore infastidito da tante critiche: "Sarebbe folle dire no a Ikea e certe contestazioni sono prive di alcun fondamento"...

(g.s.) – Antonio Lazzati, primo cittadino di Cerro Maggiore, mostra segni di evidente fastidio. Troppe critiche sulla quastione Ikea e, forse in un momento di stanchezza, alla cronista confida una preoccupazione: "Le notizie giunte ai vertici di Ikea sulla contrarietà di molti cittadini circa il suo possibile insediamento sul nostro territorio non giovano di certo: è folle dire no a Ikea!".

Una considerazione, quella del sindaco Lazzati, formulata poco dopo la riluttanza espressa dal forum “Salviamo il Paesaggio” sull'insediamento del colosso svedese il quale ha organizzato una manifestazione,  domenica il 21 aprile, per "Dire no a Ikea".

A seguito, poi, delle considerazioni espresse dal consigliere comunale legnanese del PD, Stefano Quaglia il sindaco cerrese, contro il suo atteggiamento consueto, alza un poco la voce: "Mi ha stupito il consigliere Quaglia. Come può credere che con una semplice variante al Pgt si possa cambiare area? Ricordo che quella indicata dal consigliere è una zona legata al Plis del Parco dei Mughetti e inoltre non è il Comune che ha scelto l'area, indicata come multifunzionale, bensì Ikea la quale ha ritenuto la zona ideale per la costruzione della struttura ".

"Se si continua su questa strada di contrarietà  – spiega ancora Lazzati  – si rischia che Ikea possa magari scegliere un'altra meta, magari come Origgio, la cui amministrazione, penso, sarà ben lieta di accoglierla, in quanto porterà ben 40mila euro di oneri d'urbanizzazione e posti di lavoro".

"Oggi, poi, sento parlare della necessità di fare rete, di decisioni sovracomunali, di collaborazione tra Comuni – conclude il primo cittadino cerrese – ma quando si è trattato di spostare l'ospedale di Legnano, qualcuno, forse, si è sentito in dovere di consultarci? L'hanno portato dall'altra parte della città e tutti abbiamo dovuto inchinarci alla scelta fatta".

Oggi, nel frattempo, la lista civica di centrosinistra Vivere Rescaldina e le forze che la sostengono Pd, Psi e Sel si dichiarano fermamente contrarie all'arrivo di Ikea: "Siamo convinte che la portata di tali interventi e l’importanza delle questioni in gioco – leggiamo in un comunicato – abbiano un impatto che va ben oltre il singolo comune, estendendone l’interesse a tutte le comunità vicine e a tutte le organizzazioni sensibili alle tematiche coinvolte. In coerenza con questo spirito abbiamo pertanto appena inviato a diverse realtà territoriali politiche, di categoria, civiche e dell’associazionismo, un invito a manifestarci il proprio interesse e la propria disponibilità per cominciare un percorso comune di analisi critica e di eventuale azione politica. Intendiamo in questo modo rivolgere un appello di azione comune e condivisa a tutte quelle forze e a tutti quei cittadini che si riconoscono nei valori di salvaguardia e rispetto dell’ambiente, di valorizzazione delle competenze locali, di qualità del lavoro e di coinvolgimento diretto della cittadinanza nelle decisioni".

Sempre in merito al dibattito sull'insediamento del colosso svedese riceviamo e pubblichiamo, di seguito, la nota stampa dell'assessore al Commercio di Cerro Maggiore Giuseppe D'Anna:


In qualità di assessore con delega al commercio ed alle attività produttive e di componente della Giunta Lazzati, ritengo doveroso formulare alcune brevi considerazioni sul progetto per l’insediamento di un nuovo punto vendita IKEA tra i Comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina.

Come i colleghi della mia coalizione, sono convinto che la realizzazione dello store IKEA rappresenti un’opportunità per il nostro territorio in termini di sviluppo, rilancio economico ed occupazionale. Non solo quindi uno spauracchio, come da più parti ventilato, per il commercio locale, ma, innanzitutto e soprattutto, un’occasione per creare nuovi posti di lavoro e per dare nuovi stimoli e nuove commesse alle attività dell’indotto. In una situazione di forte recessione come l’attuale, in cui importanti realtà produttive della zona hanno chiuso i battenti, il mercato immobiliare e l’attività edilizia sono bloccati, il commercio al dettaglio stagna ed in cui le amministrazioni comunali si trovano fortemente limitate dalle restrizioni imposte dal patto di stabilità, ritengo che gli amministratori pubblici non possano esimersi, nell’interesse dei cittadini che rappresentano, dal valutare le opportunità che il mercato offre loro.

La politica del “non fare” e il rifiuto a priori di soluzioni che possono apparentemente destare perplessità, non giova sicuramente a migliorare la situazione di nessuno.

Occorre inoltre precisare che, sulla base della normativa regionale sul commercio, il rilascio dell’autorizzazione per l’apertura di una grande struttura di vendita presuppone il rispetto non solo di parametri quantitativi (quali la realizzazione di infrastrutture e servizi per garantire l’accessibilità), ma anche qualitativi.

Mi riferisco, in particolare, alle compensazioni di tipo ambientale, ma anche ai benefici sociali ed economici che gli investitori debbono obbligatoriamente garantire e destinare a favore delle realtà locali.

Nel concreto, tali benefici devono tradursi, ad esempio, in garanzie di sviluppo occupazionale a favore dei comuni interessati, ma anche di quelli circostanti l’intervento, prevedendo assunzioni a tempo indeterminato per la maggior parte dei nuovi assunti, da ricercarsi prioritariamente proprio in questi comuni, oltre ad impegni economici diretti da parte degli operatori a favore delle attività commerciali locali, garantendo azioni di sostegno alle piccole imprese commerciali e alla promozione del territorio e delle iniziative organizzate dagli enti pubblici e dalle associazioni locali, da concordarsi in sede di rilascio dell’autorizzazione commerciale.

Inoltre, i nuovi punti vendita sono vincolati dalle normative più recenti a ridurre al minimo l’impatto ambientale, realizzando edifici ad alta efficienza energetica e utilizzando tecnologie di approvvigionamento energetico che sfruttino risorse rinnovabili e che consentano il contenimento dell’inquinamento, oltre a garantire adeguati investimenti per realizzare tutte le opere necessarie alla migliore accessibilità al nuovo punto vendita, anche attraverso il trasporto pubblico locale. Si ricorda infine che il percorso necessario per l’approvazione dell’Accordo di Programma è un percorso condiviso che vede coinvolti i comuni, le associazioni locali ed i consumatori. Per quanto riguarda la questione occupazionale occorre ribadire che la proposta commerciale offre idonee garanzie sul numero di addetti da assumere.

E’ invece assolutamente aleatorio il conto che si può ottenere in termini di perdita occupazionale conseguente all’intervento in trattazione, come ribadito in più occasioni da diverse forze politiche e associazioni di categoria.

In sostanza, si tratta di sfruttare in termini di opportunità per il nostro territorio tutto ciò che oggi viene invece inteso come criticità, tenendo presente l’obbiettivo di rivitalizzare l’indotto a beneficio, oltre che degli operatori commerciali locali, anche dell’occupazione e del mercato in generale.

Giuseppe D'Anna assessore al Commercio di Cerro Maggiore

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi con attenzione.
Pubblicato il 17 Aprile 2013
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