FOTOGRAFIE E MANIFESTI CINEMATOGRAFICI IN MOSTRA
“La cultura dell’impegno”, così potremmo definire il percorso che l’Assessorato alla Cultura della nostra città ha voluto strutturare quest’anno tra gennaio e novembre. Un percorso costruito intorno a temi di “giustizia, corresponsabilità, cittadinanza, legalità e paretecipazione”. Dopo la giornata della Memoria e la giornata del Ricordo, il prossimo importante appuntamento sarà inaugurato a Villa Pomini domenica 14 aprile alle 11 e sarà visitabile fino a domenica 28, compresa la festività del 25 aprile. Un duplice appuntamento culturale che comprende: ”Non è un Paese per tutti, ma…” un reportage fotografico realizzato da Emanuela Colombo, su commissione della Cooperativa Libera Terra Sicilia che si occupa della riassegnazione e dell'utilizzo dei beni sequestrati alla mafia, trovando nel lavoro il riscatto sociale. Una mostra fotografica realizzata grazie alla collaborazione di AFI (Archivio Fotografico Italiano) ormai autentico “partner” dell’Assessorato alla Cultura in una autentica e condivisa appartenenza a una cultura d'impegno civile e sociale.
Il secondo appuntamento vedrà ancora una volta la nostra città protagonista di un evento unico e di rilevanza nazionale. La prima mostra realizzata in Italia, di manifesti originali e storiche locandine cinematografiche di film sulla Resistenza e sulla guerra. Un percorso unico che ci racconta la storia per la libertà, come è stata vista e rappresentata al cinema dagli anni quaranta fino ai giorni nostri. Un omaggio alla Resistenza ma anche a un certo tipo di cinema, quando il cinema italiano era ancora un’industria che dava lavoro a decine di migliaia di persone. Un’occasione quindi per rivivere momenti importanti e difficili della nostra storia come l’eccidio delle fosse Ardeatine o la storia di Anna Frank. Le quattro giornate di Napoli, i sette fratelli Cervi o il delitto Matteotti, ma anche storie di persone comuni, di semplici lavoratori durante la disgrazia della guerra e della dittatura.
Ma, contemporaneamente, sarà anche l’occasione per rivivere alcune tra le pagine più importanti del nostro cinema e rivedere alcuni personaggi che il cinema ha reso indelebili nella nostra memoria. Dal “Generale Della Rovere” di Roberto Rossellini, alla “Ciociara” di Vittorio De Sica, “Kapò” di Gillo Pontecorvo, “Il federale” di Luciano Salce o “Il conformista” Di Bernardo Bertolucci. Fino ad arrivare a “La vita è bella” di Roberto Benigni, “Schindler’s list” di Steven Spielberg e “Vincere” di Marco Bellocchio. Ma questi sono solo alcuni dei titoli dei film che potremo trovare esposti alla mostra.
Tutti i reperti, tutte le locandine sono originali, e alcune di loro hanno un valore, oltrechè storico anche economico inestimabile. Il materiale è stato fornito dal collezionista Domenico Gavella, che già aveva fornito lo scorso anno il materiale per la mostra “Musicarello” dedicata al cinema musicale italiano. Chi è Gavella? L’incontro con Domenico nasce da una storia che per certi versi ricorda da vicino “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore oppure “Splendor” di Ettore Scola. Domenico è una persona davvero speciale, un amico. E’ nato a Ravenna nel 1950, trascorre le serate dell’infanzia nel cinema gestito dal padre. Misura le attese e le solitudini nelle penombre del sogno, proprio come Totò nella celebre pellicola di Tornatore. Dalle strade della beat generation alla barricate del maggio, matura un’anima anarchica, tormentata, inquieta che si forgia nei vulcani degli ideali assoluti. Collezionando libri, manifesti, carillon, dischi, ecc. danza con la polvere del tempo. Pian piano riesce a mettere da parte una collezione unica e straordinaria: una raccolta di storiche locandine cinematografiche dal 1955 ai giorni nostri. Ogni singolo pezzo viene catalogato e conservato con amore, attenzione e cura maniacale. Una collezione dal grande valore storico culturale e artistico che sfiora i 200.000 pezzi tutti originali.
Una mostra unica nel suo genere, la prima che viene realizzata in Italia, che non mancherà di sorprenderci, farci riflettere e alle volte sorridere. Domenico Gavella intravede nel futuro l’azzeramento delle memorie. Con paura struggente teme si dissanguino le poesie delle identità. L’alchimia del vostro stupore è la sua speranza. Di sé ama citare un’aforisma: “sono sempre stato dalla parte sbagliata, forse in questo non ho sbagliato mai.”
Fabrizio Giachi – Assessore alla Cultura Comune di Castellanza
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