Uscirà il mese prossimo e costituisce la quarta fatica letteraria di Francesco Granito, dipendente comunale con una passione per la letteratura e per la musica.
Dopo esserci cimentato nella narrativa per ragazzi (con i racconti Dei ragazzi, della scuola e dell’amore (2010) e Il presepe fatto di perle) e aver successivamente affrontato il genere della poesia sacra (con La Passione di Cristo (2012)”, Granito ha finalmente coronato un altro sogno: scrivere un thriller.

"E’ un genere cui guardavo da tempo con interesse- spiega l’autore– perché è forse quello che meglio permette di scandagliare la mente umana e di portare a galla i vizi che vi si annidano e che, talvolta, sconfinano i vere e proprie patologie".

“Il cacciatore di ombre”, questo il titolo del giallo che è ormai in fase di stampa affronta la delicata, dolorosa e vergognosa piaga della pedofilia e lo fa con la rabbia con cui Angelo, il protagonista, assistente sociale che si è sempre occupato di minori, decide un giorno di diventare cacciatore di pedofili.

"Una razza che non ha cura dei propri “cuccioli”, che non li difende con le unghie e con i denti e, se necessario, anche con la vita stessa, è una razza che merita di estinguersi. Mi chiedo cosa gli animali, oppure altre intelligenze, pensino di noi", commenta l’autore, parlando di pedofilia e del “poco che si fa”, per denunciarla e per combatterla.

Ambientato in un non precisato Comune tra Milano e Varese, “Il cacciatore di ombre” è un libro ad alta tensione e dal ritmo incalzante, ma sempre attento a non sconfinare in quella crudezza che darebbe fastidio agli animi sensibili, specialmente a quelli di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l’atrocità di un abuso. 

Cristina Masetti

Da “Il Foglio di Parabiago”- febbraio 2013