La casa dell’Acqua di Parabiago (nella foto il giorno della sua inaugurazione) ancora presa di mira dai vandali: a meno di un mese dal primo danneggiamento, che aveva reso inutilizzabile uno dei due erogatori dell’impianto posizionato all’incrocio tra le vie Butti e Cuoco, un nuovo problema ha costretto l’amministrazione alla chiusura temporanea dello stesso, poiché entrambi i lettori sono stati forzati e rotti.
Il nuovo danneggiamento ha costretto l’Amministrazione a sospendere il servizio ed ora è in attesa del preventivo per l’intervento di ripristino dell’impianto.

“Spiace – commentano il sindaco Borghi e l’assessore Raimondi – constatare questo costante non rispetto del bene pubblico. La Casa dell’Acqua è stata messa a disposizione dell’intera cittadinanza che l’aveva espressamente richiesta. I parabiaghesi possono attingere gratuitamente acqua frizzante e naturale refrigerata e questo beneficio loro accordato dovrebbe essere contraccambiato da un utilizzo responsabile e rispettoso (sia dell’impianto, sia degli altri utenti)”.

A tal proposito, al Comune è giunta di recente la segnalazione di un cittadino che lamenta la presenza di persone che, munite di più di una Smart.Card, occupano gli erogatori per lungo tempo, costringendo gli altri utenti a “interminabili code”: “Comprendo- scrive il cittadino in questione- che possa esserci chi va ad attingere acqua anche per i propri genitori o parenti anziani, oppure per qualche vicino di casa impossibilitato a muoversi, ma sarebbe corretto non fare tutte le operazioni in una sola volta e lasciare spazio anche agli altri, in modo che la coda si smaltisca”.

Tornando al recente danneggiamento dei lettori (quelli che, una volta “riconosciuta” la tessera inserita, attivano gli erogatori), fermo restando che si tratta certamente di un atto vandalico, l’Amministrazione ricorda alla cittadinanza che non è possibile utilizzare altri tesserini magnetici (come bancomat o codice fiscale): l’unica tessera ammessa è, appunto, quella sanitaria regionale. Utilizzi impropri causano problemi all’impianto che si trasformano, poi, in costi che gravano sull’intera collettività.