Nelle aule dell’Istituto Statale Istruzione Superiore “C. Facchinetti” di Castellanza, provincia di Varese, il futuro non si aspetta, ma si prepara.

Così è da sempre: la comunità educante di Castellanza non fa mai scena muta quando si tratta di rispondere alle richieste del mercato del lavoro e a formare gli alunni tramite un sapere innovativo e contestualizzato. Propositi corroborati dai fatti. Molte classi informatiche e di manutenzione e assistenza tecnica stanno infatti svolgendo un programma innovativo con il docente preposto Prof. Giampiero Caligiuri che, in sinergia con il dipartimento di disegno guidato dal Prof. Pietro Lippolis e in collaborazione con i docenti Bisazza, Viterale, Cione, sta perorando l’introduzione e l’accesso degli alunni nel Metaverso.

Ecco un approccio immersivo, laboratoriale ed esperienziale foriero di protagonismo attivo da parte dei discenti che, da nativi digitali, non si tediano interagendo con nuovi dispositivi informatici. Secondo molti analisti, l’avvento del metaverso nel mondo del lavoro è destinato a cambiare alla radice il nostro modo di interagire e collaborare.

Un impatto dirompente, paragonabile a quello degli smartphone. Ragion per cui non bisogna essere misoneisti, ma considerare la tecnologia come opportunità, come ponte verso il futuro. E la scuola guidata dalla dirigente scolastica Anna Maria Bressan sarà come la stanno immaginando: al passo con i tempi, confacente alle esigenze della generazione Z vale a dire studenti nativi digitali abituati a interagire con i media, allergici alla didattica tradizionale e bisognosi di essere coinvolti emotivamente. Qualcosa sta già succedendo: gli alunni, infatti, già si ritrovano con i loro Avatar nell’Aula virtuale creata dal Prof . Giampiero Caligiuri e presto disegneranno alcuni arredi trasformandoli nel meta verso .

Gli alunni utilizzano gli innovati visori Meta di proprietà dell’ istituto con soluzione per il tracciamento delle mani attraverso il visore Quest per un’esperienza più naturale e immersiva. Dalle loro capacità si evince e si deduce che la strada da seguire è ormai tracciata: didattica digitale come strategia di insegnamento attivo, capace di valorizzare la partecipazione del discente in un connubio tra sapere e saper fare da sempre poco sperimentato all’interno della scuola cattedratica.