Condanna confermata in Cassazione per Casoppero, 14 anni per aver fatto parte della ‘ndrangheta di Lonate
L'imprenditore cirotano, molto noto a Lonate Pozzolo, dovrà scontare la pena. Gli ermellini hanno respinto il ricorso presentato dal legale Alberto Arrigoni: "Paga i suoi rapporti di amicizia"
Anche la Cassazione ha ribadito che Cataldo Casoppero è un appartenente della ‘ndrangheta e ha confermato la condanna a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, rigettando venerdì scorso il ricorso dell’avvocato Alberto Arrigoni: «Si badi bene. Il ricorso è stato rigettato e non dichiarato inammissibile. Significa che c’erano i presupposti per presentarlo anche se poi non è andata nel modo sperato» – ha voluto precisare il legale dell’imprenditore cirotano.
Quella montagna di intercettazioni che lo vedevano protagonista è diventata insormontabile per il legale: «La sua conoscenza di molte vicende, il suo continuo avere relazioni con i compaesani che vivono a Lonate Pozzolo gli sono costati troppo caro nelle due fasi di merito e cioè il primo grado e l’appello» – aggiunge.
A carico di Casoppero, poi, c’è la partecipazione ad un summit con Giuseppe Spagnolo, considerato al vertice della cosca dei Farao Marincola e venuto a Lonate Pozzolo proprio per appianare le divergenze che si stavano creando tra Mario Filippelli ed Emanuele De Castro (quest’ultimo poi divenuto collaboratore di giustizia).
Nei mesi scorsi, inoltre erano state confermate in Cassazione abnche le pene degli altri imputati che avevano scelto il rito abbreviato. 16 anni al boss Vincenzo Rispoli; 16 anni e 4 mesi a Mario Filippelli; 9 anni e 4 mesi e 20 giorni per Olindo Lettieri; 8 anni e 8 mesi per l’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno Enzo Misiano; 8 anni e 6 mesi per Cataldo Cilidonio e 8 anni e un mese per suo fratello Giovanni; 8 anni, 7 mesi e 10 giorni per Agostino Dati; 5 anni e 11 mesi per Andrea Paccanaro: 5 anni al pentito Emanuele De Castro.
Annullata, invece, la condanna a Cataldo Malena in quanto per lui è caduta l’accusa di associazione mafiosa mentre per il padre Antonio Malena è caduta l’accusa di estorsione. Entrambi dovranno riaffrontare il processo di secondo grado mentre per Francesco Basile, a cui è stata tolta la recidiva, dovrà essere ricalcolata la pena.
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